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All’inizio di maggio è entrato in vigore il decreto emanato d’urgenza dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina per contrastare il batterio Xylella che ormai, dal 2015, è diventato una vera e propria piaga per gli ulivi della Puglia.
La zona incriminata è piuttosto vasta e corrisponde a tutto il Salento e a una zona considerata cuscinetto vicino a quella infettata, con comuni tarantini, baresi e brindisini come Fasano, Martina Franca, Locorotondo, Ostuni e tanti altri.
Il decreto prevede tre obblighi: il primo, in conformità con quanto richiesto lo scorso anno dalla UE, riguarda la rimozione delle piante infette da Xylella ma anche di quelle presenti nel raggio di 100 metri dalla pianta ammalata, il che comporta in pratica il disboscamento di tre ettari di terreno per ogni albero infetto. A questo proposito il presidente della Regione Michele Emiliano ha spiegato: «Ci sono da abbattere circa un migliaio di alberi e molti di questi abbattimenti sono per diverse ragioni resi difficilissimi dalle normative attualmente in vigore, per cui proporremo al governo un decreto legge d’urgenza».
Il secondo obbligo riguarda la necessità di diserbare il terreno, trinciatura dei resti e successivo interramento o distruzione con il fuoco o con diserbanti. Osserva infatti il commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis che in Italia la Xylella prolifera anche per via «dei ritardi nell’abbattimento degli alberi malati, che lasciati a terra fanno da riserva per l’ulteriore diffusione del batterio».
Infine il terzo obbligo riguarda il trattamento dell’insetto portatore del batterio, cioè la sputacchina. Gli insetticidi indicati dal ministero sono: Acetamiprid, Deltametrina, Etofenprox, Imidacloprid, Lambda Cialotrina, olio essenziale di arancio dolce.
Tutto programmato e curato nei dettagli, dunque, se non fosse che Imidacloprid è stato messo al bando dalla Commissione europea (anche con il voto del nostro Paese) perché ritenuto uno dei maggiori responsabili della moria di api, proprio come avevamo spiegato in questo nostro articolo.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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