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Centocinquanta nativi del Cile fermano l’espansione di una miniera di carbone

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La minuscola comunità nativa cilena di Kawésqar, composta di soli 150 abitanti ma supportata da organizzazioni internazionali, è riuscita ad opporsi all’espansione di una miniera di carbone a cielo aperto situata sull’isola di Riesco, nel Sud del Cile.

Aiutata, come dicevamo, da Break Free 2017 – un movimento che chiede l’abolizione totale dei combustibili fossili – la comunità si è schierata contro il saccheggio delle risorse naturali dell’Isola che, nelle acque intorno, ospita diverse specie di animali tra cui megattere, elefanti marini e delfini oltre a 24 specie di mammiferi terrestri e più di 130 tipi di uccelli.

Dal momento che è poco conosciuta, rileviamo che l’isola di Riesco ha una superficie di circa 5.000 chilometri quadrati e i 150 abitanti che ci vivono sono sparsi in circa 30 fattorie che si occupano prevalentemente di allevamento di pecore. Non soltanto: circa un terzo dell’Isola fa parte della Riserva Nazionale di Alacalufes, con un territorio selvaggio e incontaminato, uno dei più estesi del Cile.

Purtroppo, sempre a Riesco, si stende la “Mina invierno” la miniera a cielo aperto più grande del Paese, da cui si estrae carbone sub-bituminoso. Questo combustibile in realtà ha una resa energetica molto bassa ma al contrario possiede un alto contenuto inquinante perché ricco di metalli pesanti che, una volta bruciati, si liberano nell’aria.

C’è di peggio, dal momento che la Mina invierno ha avuto ed ha un fortissimo impatto sul territorio e sugli abitanti: per aprirla sono stati tagliati 400 ettari di boschi, è stato prosciugato un lago e modificato il sistema idrico e addirittura sono state create tre discariche diverse. Diventa superfluo spiegare come tutto questo abbia causato un forte inquinamento dei terreni dell’area e abbia avuto un impatto disastroso sui fiumi, le cui rive sono cosparse da pezzi di carbone persi dalle navi che lo trasportano.

Per questi motivi e grazie al ruolo delle nuove generazioni, è stata portata avanti l’azione contro l’allargamento della miniera e il movimento Break Free ha sostenuto i 150 abitanti dell’Isola, attirando con la protesta l’attenzione dei media.

Grazie anche a queste azioni, oggi molti cileni hanno ben compreso gli effetti negativi generati – sia sull’ambiente che sulla vita delle persone – dall’utilizzo di fonti fossili. Infatti il Cile ha raggiunto diversi record legati alle fonti rinnovabili, in particolare il solare e i cittadini stanno cercando di far promettere al governo di non costruire nessuna nuova centrale a carbone.

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