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Non c’è nulla di più bello che vivere l’esperienza del sogno che s’avvera: lo sanno bene gli studenti della scuola elementare ‘Salvo d’Acquisto’ e della media ‘Boccati’ di Camerino (MC) che, a seguito del sisma, avevano affidato i loro desideri al libro La scuola che vorrei. Il testo, scritto e disegnato durante l’anno scolastico successivo al terremoto che ha colpito il Centro Italia, manifestava la voglia di tornare a scuola disponendo di tutto ciò di cui aver bisogno per imparare e, allo stesso tempo, crescere.
A seguito del pesante sciame sismico propagatosi in tutto il territorio maceratese però, la scuola primaria di Camerino risultava del tutto inagibile. Per trasformare il sogno degli studenti in realtà c’era bisogno di qualcuno che credesse a sua volta nel progetto, che ne condividesse l’importanza e quel qualcuno è magicamente arrivato: TotalErg si appassiona a questa storia e decide di investire, attraverso il suo programma di fidelizzazione In viaggio per la scuola, nel territorio marchigiano. Da qualche tempo, infatti, la società italiana operante del settore petrolifero, aveva consentito a tutti i clienti TotalErg, di accumulare, facendo rifornimento di carburante, ‘punti scuola’ da destinare alle scuole italiane.
Risultato? Le due scuole di Camerino hanno avuto nuova vita: la tecnologia di ultimissima generazione è entrata in classe grazie alla lavagna lim (lavagna interattiva multimediale), al maxi touch screen, al collegamento internet, al pc per ogni alunno e a stampanti a colori e 3D i ragazzi marchigiani possono finalmente studiare al meglio. Le “classi digitali” sono costate 40 mila euro, soldi ben spesi perché investiti sui professionisti del futuro.
Sebastiano Gallitelli, direttore di rete TotalErg, ha ricordato l’impegno, costante da anni, della società petrolifera a favore della comunità scolastica sottolineando l’importanza per la didattica di poter disporre di materiale tecnologico al fine di avvicinarsi alle esigenze e ai linguaggi delle nuove generazioni. In occasione dell’inaugurazione delle aule digitali, il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, ha inoltre pronunciato un commosso discorso nel quale, speranzoso, ha detto agli studenti: «Camerino è ancora in una fase di emergenza ma voi giovani siete la forza che ci spinge ad andare avanti. L’Italia è piena di persone con un cuore grande, che ci aiutano a credere in futuro migliore».
Nasco un piovoso giovedì di giugno con l’idea di osservare il mondo dei “grandi”. Benché l’indagine mi diverta molto, rimango stupita da alcuni errori commessi dagli adulti che stridono fortemente con quell’aria da “so tutto io”. In quanto giovane donna, la prima campagna che decido di abbracciare è quella contro la discriminazione sessuale: con una sensibilità fuori dal comune, alle elementari fondo l’illustre Club delle femmine e ottengo, ad esempio, la precedenza nell’uscita da scuola rispetto ai maschietti. Approdo nel periodo adolescenziale con le idee confuse, man onostante tutto sopravvivo ai brufoli e anche al liceo classico. Per l’università non ho dubbi: scelgo Lettere, mio padre ancora piange, ma avevo deciso: avrei fatto la giornalista. Ogni volta che scrivo la parola «giornalista» risuona nella mente la voce di una mia zia che aggiungeva con voce litanica: «che per la fame perde la vista». Poco male mi dicevo: cecata lo sono sempre stata e affamata, seguendo un celebre discorso di Steve Jobs, volevo proprio esserlo. Poi mi imbatto nella filologia ed è amore dal primo istante: pochi sembrano capirla mentre io m’immergo tra gli stemmata codicum, errori e varianti. Ricostruire la lezione originale mi diverte come poche cose al mondo. Ora vivo nel dubbio: giornalista o filologa? Nell’attesa di trovare dentro di me la risposta, da settembre del 2017 lavoro per “Felicità Pubblica”.
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