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C’è un’Europa che continua a credere nell’accoglienza e nell’integrazione degli immigrati e, dopo quello istituito dall’Unhcr con la Libia di cui abbiamo parlato qui, è partito un altro corridoio umanitario dalla Siria.
Curato dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla FCEI – Federazione Chiese Evangeliche in Italia – e alla Tavola Valdese un gruppo di trenta profughi è sbarcato a Roma Fiumicino e un altro di circa quaranta persone è sbarcato a Parigi Charles De Gaulle, curato da altre organizzazioni cattoliche e Chiese protestanti francesi.
Si tratta in entrambi i casi di gruppi costituiti da famiglie con bambini e da alcune persone malate: verranno accolti con un percorso di integrazione secondo il progetto dei Corridoi Umanitari, attivo ora anche in Belgio. Naturalmente verranno prestate a tutti le cure necessarie.
In effetti ormai i CU non sono più progetti ma realtà che dimostrano concretamente la possibilità (se ben organizzati) di accogliere e integrare anziché ergere muri e opporre rifiuti che altro non fanno che riportare alla mente tristi ricordi del passato e non aiutano di certo lo sviluppo del Continente europeo.
È da evidenziare che la guerra in Siria non è affatto finita ma anzi, nelle ultime settimane, si sono aperti nuovi fronti e ci sono state recrudescenze se possibile ancora più dure, aggravando il bilancio di centinaia di migliaia di morti e decine di migliaia di profughi.
Nata come guerra civile nel 2011 – tra coloro che si sono ribellati a Bashar Al-Assad e l’esercito regolare -, nel 2012 gli scontri sono aumentati, mentre il governo tentava di bloccare i ribelli e i loro sostenitori con azioni sempre più violente, provocando massacri tra la popolazione civile e cercando di attribuire la responsabilità ai ribelli. Queste azioni hanno suscitato le reazioni a livello internazionale: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Turchia si sono schierati a supporto dei ribelli, mentre Russia, Cina, Iran e Venezuela sono intervenuti a favore del regime di Al-Assad.
È necessario far notare come i Corridoi Umanitari siano preziosi anche perché fanno in modo che l’Europa prenda atto di quanto sta accadendo e partecipi più attivamente ai tentativi di negoziati di pace per la Siria, Paese martoriato da sofferenze indicibili e purtroppo abbandonato a se stesso avendo da un lato Paesi che la attaccano e dall’altra invece Paesi che la ignorano. Non va mai dimenticato, infatti, che stiamo parlando di persone, di umanità disperata, di uomini, ma anche di donne e di bambini.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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