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Tenacia, determinazione e voglia di ricominciare come e più di prima. Sono questi i sentimenti che hanno spinto la comunità di Stigliano, un piccolo paese dell’entroterra lucano in provincia di Matera, a non demordere.
Il territorio, profondamente colpito della crisi economica e sociale, combatte ogni giorno contro un impoverimento finanziario che, da tempo, ha incisive ripercussioni anche sul piano umano. Uno dei problemi più urgenti dell’area è l’emigrazione giovanile: tantissimi i ragazzi che, non vedendo prospettive future nella loro terra, si trasferiscono altrove. Nel 2016, come se non bastasse, una frana di enorme portata, una delle più grandi d’Europa, ha colpito il comune compromettendone la vivibilità: numerosi gli edifici distrutti, danneggiati per sempre altri.
Ma questa di Stigliano è una storia tutta positiva che testimonia come le buone idee, un pizzico di coraggio e la forza di credere fino alla fine nel proprio progetto possano dare ossigeno a un’intera comunità scardinando qualsiasi avversità.
Col proposito di trovare un antidoto all’attuale stato di decadenza, Mario Sansone, già presidente del Centro di Educazione Ambientale di Stigliano (C.E.A), pensa di realizzare un polo di aggregazione sociale e riorganizzazione territoriale. Fondazione con il Sud, che crede nel progetto, lo finanzia: 79mila euro di budget, il massimo della cifra stanziabile, e Stigliano riparte.
Instancabili i volontari che per mesi hanno lavorato duramente al fine di rendere utilizzabili i locali dell’ex scuola elementare, ma oggi il sogno è diventato realtà: grazie anche al sostegno di Avis, Protezione Civile, l’associazione Cuore e l’associazione Fotoclub di Matera, lo scorso 16 dicembre è stata finalmente inaugurata La Casa del Volontariato.
Per colpa della frana il Comune aveva perso il suo Centro Sociale, ora spetterà alla “Casa del Volontariato” di Stigliano preservare e valorizzare l’identità locale strizzando l’occhio anche ai giovani: una parte del centro è, infatti, destinata proprio ai ragazzi che, attraverso il mondo della scuola, saranno sollecitati a confrontarsi sulle questioni “calde” legate al territorio. A proposito del territorio è importante aggiungere che “La Casa del Volontariato” si prefigge di essere un polo aggregativo di riferimento non solo per Stigliano ma anche per l’area materana che comprende i comuni limitrofi di Cirigliano, Gorgoglione, Aliano, Craco, San Mauro e Accettura.
Un museo demo antropologico, un centro giovanile, un laboratorio di arti teatrali, un’officina di cartapesta e creta, un luogo di raccoglimento per anziani e disabili, la sede della protezione civile: questi almeno per ora – ma siamo certi che le proposte saranno destinate ad aumentare – sono i servizi che “La Casa del Volontariato” intende erogare.
Un esempio virtuoso di cittadinanza attiva nel Meridione: è questo l’episodio di Stigliano con l’insegnamento che, a prescindere dalle istituzioni, ognuno di noi può fare qualcosa per il proprio territorio. Perché salvaguardando e alimentando le proprie radici si creano le basi affinché germoglino i boccioli dell’avvenire.
Nasco un piovoso giovedì di giugno con l’idea di osservare il mondo dei “grandi”. Benché l’indagine mi diverta molto, rimango stupita da alcuni errori commessi dagli adulti che stridono fortemente con quell’aria da “so tutto io”. In quanto giovane donna, la prima campagna che decido di abbracciare è quella contro la discriminazione sessuale: con una sensibilità fuori dal comune, alle elementari fondo l’illustre Club delle femmine e ottengo, ad esempio, la precedenza nell’uscita da scuola rispetto ai maschietti. Approdo nel periodo adolescenziale con le idee confuse, man onostante tutto sopravvivo ai brufoli e anche al liceo classico. Per l’università non ho dubbi: scelgo Lettere, mio padre ancora piange, ma avevo deciso: avrei fatto la giornalista. Ogni volta che scrivo la parola «giornalista» risuona nella mente la voce di una mia zia che aggiungeva con voce litanica: «che per la fame perde la vista». Poco male mi dicevo: cecata lo sono sempre stata e affamata, seguendo un celebre discorso di Steve Jobs, volevo proprio esserlo. Poi mi imbatto nella filologia ed è amore dal primo istante: pochi sembrano capirla mentre io m’immergo tra gli stemmata codicum, errori e varianti. Ricostruire la lezione originale mi diverte come poche cose al mondo. Ora vivo nel dubbio: giornalista o filologa? Nell’attesa di trovare dentro di me la risposta, da settembre del 2017 lavoro per “Felicità Pubblica”.
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