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Ognuno di noi è legato all’Africa, ognuno di noi proviene dall’Africa. Siamo tutti parenti lontani. Damian Marley
Il Kenya è un Paese dell’Africa Orientale che ad oggi conta 48,46 milioni di abitanti, principalmente bambini e giovani madri che ogni giorno necessitano di cibo, acqua, cure mediche e istruzione. In una piccolissima percentuale questo gli viene garantito dagli aiuti umanitari e dalle comunità che sono nate, appunto, per poter aiutare la popolazione del Kenya.
Una di queste comunità è quella delle Piccole Suore di Santa Teresa del Bambin Gesù e conoscere e sostenere meglio il loro operato, sei ragazzi italiani hanno deciso di lanciare un progetto di crowdfunding dal nome “Magi e Befane in Kenya“, attualmente online sulla piattaforma Produzioni dal Basso.
Si tratta di tre ragazzi, Paolo Pontiggia, Matteo Tarabini ed Emanuele Manni e tre ragazze, Benedetta Nicolussi, Camilla Puricelli e Ginevra Valenzisi della Valtellina e del Lago Di Como, hanno deciso di creare andare di persona a scoprire il lavoro che le comunità fanno all’interno del Kenya, come appunto quello svolto dalle Piccole Suore di Santa Teresa del Bambin Gesù, e poter dare il proprio contributo. L’avventura della comunità delle Piccole Suore in Kenya nasce il 27 gennaio del 1967, con la prima casa edificata, la Kiirua, che si occupa di aiutare soprattutto i poveri malati nell’ospedale. Ma non solo. Qui le giovani madri vengono aiutate prestando il proprio lavoro presso un laboratorio di perline chiamato “Shaga Nzuri” che significa “Belle Decorazioni”. C’è poi la comunità di Timau, dove le suore si occupano di una scuola materna, frequentata da 150 bambini, il dispensario dentistico che lavora tutti giorni e la comunità Kibirichia-Machaka, dove gestiscono un orfanotrofio con 35 bambini, si occupano di una scuola di cucito, di un programma di nutrizione per bambini, distribuiscono borse di studio a bambini in scuola materna, fino ad assistere anziani a domicilio, fornendo cibo e medicine. E ancora a Nairobi, dove è presente una casa aperta dal 1991 dove formano le nuove novizie e infine, ma non meno importante, la comunità Elementaita-Nakuru aperta nel 2006, avente il nome di House of hope (casa della speranza), dove vengono curate 60 bambine affette da HIV. In quest’ultimo caso, 4 suore che gestiscono la comunità, aiutano le bambine, a partire dai due anni d’età, in una scuola materna, per poi seguirle fin nell’adolescenza per aiutarle a proseguire gli studi.
I sei ragazzi, quindi, sognano di partire per il Kenya, oltre che per seguire e osservare il duro lavoro svolto dalle comunità, anche per portare un po’ di solidarietà a questi bambini e ragazzi, che hanno bisogno ogni giorno di una mano amica, per fargli capire che non sono soli.
Per questa ragione il gruppo di amici italiani chiede un aiuto, con questa campagna, per raccogliere del materiale necessario alla missione, come pannolini, calzini e tutto l’occorrente di cui un bambino ha bisogno, tra cui i piumoni perché la zona è molto fredda visto che si trova a 2400 metri d’altezza, ma anche fondi per le spese quotidiane.
L’aspetto molto originale del progetto Magi e Befane in Kenya, come rivela il titolo, è proprio che il 6 gennaio, i ragazzi vogliono regalare ai bambini dell’orfanotrofio una giornata speciale con una festa all’insegna del sorriso e dello stupore che per una volta allontanerà questi giovani e piccoli “guerrieri” dai problemi che per la loro giovane età nemmeno dovrebbero sapere che esistano. Le befane e i magi regaleranno calze piene di dolci, giochi e trucchi di magia con palloncini e tutto quello che possa farli sorridere.
Sono nata a Chieti il 21 agosto 1982. Mia mamma mi ha raccontato che quel giorno i tetti vennero scoperchiati letteralmente dalle case e le strade furono allagate dall’alluvione; quel giorno anche il tempo aveva capito chi stava vendendo al mondo. Sono sempre stata una ragazza fuori dalle righe, le mode non sono mai state un problema, perché quello che mi passava per la testa indossavo o facevo. Ho frequentato l’IPSCT F.P. Michetti di Pescara, perché amo il turismo in tutte le sue sfaccettature. Sono una persona curiosa così, il 3° anno di superiori, decisi di iscrivermi a un corso di fotografia con Photoshop, vincendo il primo premio per aver presentato la miglior foto rappresentativa contro l’inquinamento a Pescara. Nel 2001 mi sono diplomata come tecnico e operatore del turismo, prendendo anche una qualifica in marketing e qualità dell’impresa. Appena diplomata sono partita per la Francia in camper con degli amici, perché ero curiosa di vedere le città e le persone, le loro abitudini, da Nizza a Cannes e devo dire che è stata la cosa più emozionante che abbia mai fatto. Tornata, ho iniziato a lavorare come commessa d’abbigliamento, poi ho fatto la cassiera, la barista, ma nei miei pensieri c’è sempre stata la voglia di scrivere. Oggi finalmente ho anche la possibilità di farlo. Amo il giornalismo non solo per la notizia ma anche per le curiosità e tutto quello che lo circonda, così come amo la musica, i viaggi ma soprattutto la creatività e imparare sempre di più.
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