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È stato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo a presentare il dossier La tavola degli inganni in occasione dell’apertura del più grande museo del falso Made in Italy al Villaggio contadino della Coldiretti a Napoli.
Moncalvo afferma che il nostro Paese sta per raggiungere il record storico delle esportazioni agroalimentari, con un valore superiore ai 40 miliardi di euro; importo che potrebbe aumentare notevolmente dal momento che ben 6 prodotti su 10 sono oggetto di pirateria internazionale con un falso Made in Italy.
Come si rileva nel dossier, la fantasia dei nomi sui prodotti non ha limiti: si va dalla Zottarella venduta in Germania agli Spagheroni dei supermercati olandesi fino al Caccio cavalo commercializzato in Brasile. Queste assonanze con i nomi italiani vengono definite ” Italian sounding”, fenomeno che consiste nell’utilizzo di immagini, nomi, luoghi evocanti il nostro Paese ma che di Made in Italy non hanno assolutamente nulla.
I più colpiti da questo fenomeno sono i formaggi, con in testa il Parmigiano Reggiano seguito a ruota dal Grana Padano; ci sono poi la mozzarella, il gorgonzola, la fontina, il provolone e diversi altri.
Oggetto di imitazione anche i salumi più pregiati come il San Daniele, senza che venga però trascurata l’umile mortadella. Sulla tavola degli inganni non mancano l’olio d’oliva extravergine, le conserve, i prodotti ortofrutticoli come il pomodoro di San Marzano e la pasta di grano duro.
Menzione a parte merita la mistificazione dei vini: si trovano infatti, sempre secondo Coldiretti, falsi Chianti prodotti in Usa, Barbera in Romania e Prosecco in Russia.
La maggior parte delle contraffazioni è concentrata soprattutto negli Usa e in Sud America che più di tutti gli altri Paesi producono e commercializzano il falso Made in Italy. Una pratica diffusa però in tutto il mondo: non disdegnano le imitazioni Australia, Canada, Corea, Russia, Thailandia e addirittura i Paesi europei come Spagna, Croazia, Olanda, Germania e Romania nonostante esista la protezione comunitaria dei prodotti italiani Dop e Igp.
A parte i nomi con cui vengono definiti, che possono persino far sorridere, il fenomeno dell’Italian sounding ha un peso economico notevole: non solo vengono danneggiati i consumatori finali, ma la creazione di prodotti contraffatti fa mancare circa 300.000 posti di lavoro in Italia e crea la perdita di un fatturato stimato in 60 miliardi e ormai raggiunto dal falso Made in Italy in tutto il mondo.
Sono nata a Pescara il 20 aprile del 1983, dove tuttora vivo. Ho una formazione di tipo sociale e dopo il titolo di “Tecnico dei Servizi Sociali”, ho approfondito le mie conoscenze fino a divenire “Esperto di Comunità”. Questo mi ha permesso di avere alcune interessanti esperienze presso Cooperative e Associazioni entrando così in contatto diretto con l’anima delle persone e consolidando la mia natura empatica. Sono estroversa, creativa, curiosa e passionale, credo nei progetti e nella passione che alimentano il gusto delle nuove sfide. Amo leggere, viaggiare, passeggiare in montagna e ascoltare buona musica.
La mia più grande passione è la scrittura. Come freelance ho avuto l’opportunità di scrivere per alcuni giornali del web e della carta stampata e, in seguito a un corso di “scrittura professionale”, ho avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mestiere. Grazie ad uno stage presso la Social Hub scarl ho avuto l’opportunità di esprimere al meglio la mia grande voglia di interagire con il mondo attraverso il portale “Felicità Pubblica”.
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