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Una bioplastica ecologica ricavata dagli aghi di pino è stata prodotta per la prima volta dai ricercatori dell’ Università di Bath, considerata una vera eccellenza nel Regno Unito.
Sappiamo che la plastica è un prodotto derivato dal petrolio, ha cambiato il nostro modo di vivere e rivoluzionato la società inducendoci al suo utilizzo in modi sempre più specifici e sofisticati. Il rovescio della medaglia è dato dal fatto che ha causato in larga parte il forte inquinamento del pianeta Terra e sta letteralmente soffocando esseri viventi nonché habitat terrestri e marini.
Per questo motivo un gruppo di ricercatori di Bath ha sviluppato un metodo per la produzione di polimeri plastici dagli aghi di pino, creando quindi una bioplastica ecologica sostenibile che potrebbe fare una sensibile differenza per il futuro dell’ambiente. Il prodotto è stato descritto sulla rivista Polymer chemistry: consiste nel produrre polimeri di plastica partendo dal pinene, conosciuto anche come terpene, un composto organico naturale che si trova all’interno degli aghi di pino ed è quello che conferisce loro il caratteristico profumo silvestre.
Il nuovo polimero ottenuto sarà alla base della bioplastica ecologica e potrà sostituire in un prossimo futuro il caprolattame – anch’esso un polimero gommoso – attualmente utilizzato largamente ma a base di petrolio e solitamente aggiunto, per ottenere una maggiore flessibilità, a poliesteri che sono biodegradabili ma che con questo additivo lo diventano non completamente.
Naturalmente viene spontaneo domandarsi come trovare in grandi quantità gli aghi di pino necessari, ma la risposta ci arriva dagli stessi ricercatori nella persona della dottoressa Helena Quirter che spiega come sia facile invece sfruttare gli abbondanti aghi di pino scartati dalla lavorazione della carta: «Solitamente quando gli alberi subiscono tagli per essere lavorati, i rami più piccoli e gli aghi vengono buttati. Così, se saremo in grado di produrre plastica partendo da simili fonti sostenibili potremo fare davvero la differenza per l’ambiente». Il professor Mattew Davidson, direttore delle ricerche tecnologiche, aggiunge che questo studio è parte di un più vasto progetto di utilizzo della bioplastica ecologica prodotta da scarti industriali e da risorse sostenibili.
Diventerebbe insomma una vera e propria economia circolare virtuosa e la bioplastica ecologica potrà essere adoperata per imballaggi (soprattutto alimentari), sacchetti e contenitori per aiutare noi e il nostro pianeta a condurre una vita ecosostenibile.
Sono nata a Pescara il 20 aprile del 1983, dove tuttora vivo. Ho una formazione di tipo sociale e dopo il titolo di “Tecnico dei Servizi Sociali”, ho approfondito le mie conoscenze fino a divenire “Esperto di Comunità”. Questo mi ha permesso di avere alcune interessanti esperienze presso Cooperative e Associazioni entrando così in contatto diretto con l’anima delle persone e consolidando la mia natura empatica. Sono estroversa, creativa, curiosa e passionale, credo nei progetti e nella passione che alimentano il gusto delle nuove sfide. Amo leggere, viaggiare, passeggiare in montagna e ascoltare buona musica.
La mia più grande passione è la scrittura. Come freelance ho avuto l’opportunità di scrivere per alcuni giornali del web e della carta stampata e, in seguito a un corso di “scrittura professionale”, ho avuto modo di approfondire gli aspetti più tecnici del mestiere. Grazie ad uno stage presso la Social Hub scarl ho avuto l’opportunità di esprimere al meglio la mia grande voglia di interagire con il mondo attraverso il portale “Felicità Pubblica”.
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