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11 novembre 1918 – Terminano le ostilità con la firma dell’armistizio di Compiègne da parte dell’impero germanico e della Triplice intesa. Proprio la Germania, considerata la maggiore responsabile dello scoppio della guerra, paga le conseguenze più pesanti: il ritiro dei territori occupati entro due settimane, la cessione di un grande quantitativo di armamentario, la consegna di locomotive e vagoni ferroviari. Il tutto come risarcimento per i danni prodotti agli altri Paesi. La Prima guerra mondiale passa alla storia come la Grande Guerra per una ragione molto semplice: la sua incredibile estensione territoriale e la conta altisonante delle vittime, 16 milioni tra civili e militari.
All’indomani della fine dei conflitti, il profilo geopolitico appare sconvolto con i crolli dei grandi imperi da una parte e la nascita di nuovi Stati tanto in Europa quanto in Medio Oriente dall’altra. Si tratta di un equilibrio precario che si fonda su basi fallaci e fragili, scontenta chiunque e in modo particolare la Germania, che sente di aver pagato per tutti. Queste ragioni avranno il loro peso circa due decenni più tardi, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
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