Redazione
info@felicitapubblica.it
redazione@felicitapubblica.it
Direttore
direttore@felicitapubblica.it
Redazione
info@felicitapubblica.it
redazione@felicitapubblica.it
Direttore
direttore@felicitapubblica.it
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
Ce ne siamo accorti un po’ tutti ma non ci abbiamo fatto molto caso, anzi ne siamo spesso stati sollevati: nell’aria ci sono sempre meno insetti volanti. Proprio quelli fastidiosi, che ronzano e volano: mosche, api, libellule. Le farfalle non si librano più sopra i campi, le lucciole sono sparite da tempo e qualcuno non se ne ricorda nemmeno più.
E invece uno studio olandese durato ben 27 anni che ha preso in esame 63 aree inserite all’interno di oasi tedesche ci rivela che addirittura tre quarti degli insetti alati sono scomparsi, un numero enorme che si rivela essere una spia ecologica tragica che, naturalmente, riguarda altre zone d’Europa e del Pianeta.
Il ruolo che svolgono gli insetti volanti in natura è davvero insostituibile: sono responsabili infatti nell’impollinazione dell’80% delle piante selvatiche e sono cibo per il 60% degli uccelli. Le api, che danno cibo all’essere umano e sono simbolo di insetti impollinatori, soffrono per prime dei cambiamenti climatici nei nostri Paesi.
Lo studio degli esperti olandesi – dell’Università di Radboud – è stato pubblicato sulla rivista Plos One e rivela che, dopo aver catturato con trappole entomologiche gli insetti alati, comparando e misurando la loro biomassa nel corso degli anni rileva un quadro davvero terribile: il calo degli insetti alati è stato complessivamente del 76%, percentuale che ha raggiunto il picco dell’82% nel corso delle estati più calde, proprio quando, in teoria, il numero di questi insetti avrebbe dovuto essere maggiore.
Hans de Kroon, uno degli scienziati che ha condotto lo studio, ha spiegato che la scoperta non solo è sconcertante ma è davvero allarmante per il futuro del nostro ecosistema. A preoccupare gli studiosi è anche il fatto che non è stato possibile definire una causa certa di questa decimazione, il che rende ancora più difficile adottare contromisure pertinenti.
Le aree in cui è stato condotto il lungo studio sono in generale circondate da terreni agricoli e sono proprio questi territori, in cui si fa sentire la mano dell’essere umano, a diventare vere e proprie trappole ecologiche: diserbanti e pesticidi utilizzati per le colture provocherebbero infatti la distruzione di un altissimo numero di insetti, provocando una degenerazione dell’ecosistema, alla quale viene data una spinta anche dal riscaldamento globale.
Lo stesso de Kroon afferma: «Dal momento che interi ecosistemi dipendono dagli insetti, la loro scomparsa apre scenari nuovi. Possiamo a stento immaginare cosa accadrebbe se questa tendenza al declino dovesse continuare».
Pensiamoci, quando vedremo anche una semplice mosca volare.
Next Post
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.