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L’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) ha pubblicato recentemente alcuni dati che mostrano come il nostro Paese sia quello con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti di ogni tipo, sia urbani che industriali.
A sorpresa quindi l’Italia è in testa alla classifica dei Paesi della UE poiché viene avviato al riciclo addirittura il 76,9% dei rifiuti, una percentuale più che doppia rispetto alla media europea – che è del 37% – e notevolmente superiore anche ai grandi Paesi europei come la Francia – che ha raggiunto il 54% – la Gran Bretagna – che si attesta al 44% – e la Germania – ferma al 43% – .
Se invece si valutano i numeri in termine di quantità di materiale riciclato, l’Italia risulta essere seconda dopo la Germania (72,4 milioni di tonnellate) con 56,4 milioni di tonnellate. Di questi, i flussi più importanti sono dati dai riciclabili tradizionali come carta, vetro, plastica, metalli, tessili e legno che tutti insieme raggiungono 26 milioni di tonnellate.
Ci sono poi altri 14 milioni di tonnellate derivanti da rifiuti misti, 6 milioni da rifiuti organici e verdi e infine 1,7 milioni di tonnellate da rifiuti chimici.
Tutti dati che contribuiscono a fare del nostro Paese un’eccellenza e non solo perché virtuoso nei confronti di conferimento e riciclo dei rifiuti, ma anche in termini di valore economico dell’intera filiera, dalla raccolta alla produzione industriale di nuovi manufatti e in termini di fatturato e di addetti del settore.
Il rapporto Waste End realizzato nel 2015, tracciava un possibile futuro per l’economia circolare e suggeriva di ridurre i termovalorizzatori come soluzione primaria per lo smaltimento dei rifiuti e, naturalmente, una riduzione drastica delle discariche.
Proprio quest’anno, il Parlamento europeo ha fissato la data del 2030 come obiettivo per raggiungere il 70% di riciclo dei rifiuti urbani, l’80% di quello degli imballaggi e lasciare alle discariche soltanto il 5% del materiale scartato.
Numeri certamente ambiziosi, ma pare proprio che il nostro Paese sia sulla buona strada.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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