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Dopo le auto elettriche, che ormai stanno prendendo piede sempre di più sulle nostre strade, la nuova frontiera della mobilità sostenibile potrebbe essere l’aereo elettrico.
Sembra utopia, eppure c’è già chi è sulla strada giusta per raggiungere questo traguardo. Si tratta della compagnia aerea low cost Easyjet (qui il sito internet) che ha annunciato una collaborazione con l’azienda statunitense Wright Electric orientata proprio a questo risultato. L’obiettivo è quello di perfezionare la tecnologia degli accumulatori di energia in modo da realizzare aerei completamente elettrici, da impiegare sulle tratte a corto raggio della compagnia, così da ridurre consumi e rumore per rendere i viaggi ecosostenibili.
«Per la prima volta nella mia carriera vedo la possibilità di un futuro senza carburanti e siamo entusiasti di farne parte», ha dichiarato Carolyn McCall, CEO di EasyJet. «Adesso il problema è più il ‘quando’, non il ‘se’, aerei a corto raggio potranno volare».
La collaborazione è appena stata avviata e i primi viaggi non saranno possibili prima del prossimo ventennio, eppure la notizia merita una grande attenzione perché ciò significa che in un futuro non troppo lontano si potrà viaggiare su aerei totalmente elettrici in grado di coprire distanze nell’ordine di 540 chilometri, sufficienti dunque per collegare ad esempio le capitali di Francia e Regno Unito, che distano 340 chilometri l’una dall’altra.
L’accordo siglato da Easyjet e Wright Electric comunque mira a portare sulla pista di decollo un primo modello da centoventi posti entro i prossimi dieci anni. L’iniziativa è sola delle tante iniziative promosse dalla compagnia britannica in tema di riduzione dell’impatto ambientale, considerando che tra il 2000 e il 2016 ha ridotto le emissioni di anidride carbonica per passeggero per chilometro del 31%.
Attualmente l’aereo elettrico più efficiente mai realizzato è lo sloveno Pipistrel Alpha Electro, un biposto da allenamento che ha un’autonomia di poco inferiore ai 130 chilometri. L’Alpha Electro è stato sviluppato grazie ai contributi dell’Unione Europea, che con il progetto ‘Horizon 2020’ ha stanziato 80 miliardi di euro in programmi di ricerca innovativi, con particolare attenzione allo sviluppo in materia di tecnologie sostenibili.
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