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Se vogliamo essere più felici e soddisfatti dobbiamo essere generosi con gli altri.
È quanto sostiene uno studio pubblicato sulle pagine di Nature Communication da un team di ricercatori dell’Università di Zurigo e della Northwestern University di Chicago. Questi, guidati da Philippe Tobler ed Ernst Fehr, hanno osservato gli effetti della generosità su alcune specifiche aree del cervello, riuscendo finalmente a definire l’interazione che esiste tra altruismo e felicità.
Nello studio di ricerca, i neuroscienziati si sono serviti della risonanza magnetica funzionale e hanno monitorato i cambiamenti cerebrali in 50 volontari. A ognuno di essi era stata promessa una somma di denaro che avrebbe ricevuto entro poche settimane; alla metà dei partecipanti è stato chiesto di promettere e programmare di spendere parte dei soldi per qualche conoscente in difficoltà, mentre all’altra metà (detta gruppo di controllo) è stato chiesto di programmare di spendere i soldi solo per se stessi e come.
Mentre gli altruisti decidevano come comportarsi nel modo promesso e quindi quanti soldi donare e quanti trattenere e il gruppo di controllo era impegnato a decidere come spendere il denaro per sé, il team di ricercatori ha misurato l’attività cerebrale in tre zone specifiche: la giunzione temporoparietale (nella quale vengono elaborati i comportamenti sociali e quindi l’altruismo), lo striato ventriale (associato alla felicità) e la corteccia orbitofrontale (associata all’elaborazione dei processi decisionali).
Dall’analisi dei risultati è emerso in modo palese che queste tre aree cerebrali hanno agito in modo diverso, a seconda delle decisioni dei partecipanti. Soprattutto, i ricercatori hanno constatato che anche semplicemente pensare di essere generosi ha attivato l’area dell’altruismo e ha intensificato la connessione tra quest’area e quella associata alla felicità.
Spiega Pilippe Tobler: «È sorprendente come l’intenzione da sola basti a generare un cambiamento neurale prima che l’azione sia effettivamente attuata. La promessa di comportarsi generosamente potrebbe essere utilizzata come strategia per rafforzare il comportamento desiderato da un lato, e per sentirsi più felici dall’altro».
Insomma, per essere più felici è proficuo pensare anche agli altri, a chi ci circonda: in questo modo faremo felici loro e faremo felici noi stessi. Un mondo migliore in cui vivere.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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