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Cos’hanno in comune gli animali e i gay? Una domanda assurda, penserete voi, che non ha alcuna logica e nessun nesso. Eppure questa settimana c’è stato qualcuno che ha avuto il coraggio di assimilare le due “categorie” in quanto sgradite allo stesso modo nella sua struttura turistica.
L’ignobile episodio ha visto protagonista una coppia di uomini alle prese con la prenotazione di un soggiorno in una casa-vacanze della costa vibonese, in Calabria. Dopo aver adocchiato su un sito di prenotazioni online la struttura, che sembrava perfetta per il loro soggiorno, i due turisti hanno dovuto però fare i conti con un’amara sorpresa. Intuito l’orientamento sessuale degli ospiti, il titolare della struttura ha dato il benservito ai due, spiegando in un breve messaggio che: “E’ il primo anno che fittiamo e la depandanza è nuova nuova…finita a maggio. Mi scuso se posso sembrare troglodita. Non accettiamo gay e animali”. Dopo un primo momento di sconcerto e delusione, la coppia ha segnalato l’accaduto sia al sito Booking.com che all’Arcigay di Napoli che ha diffuso la notizia, diventata subito comprensibilmente virale.
Sull’argomento in questi giorni è stato scritto tanto, forse tutto. Ma noi di Felicità Pubblica, che costantemente ci battiamo per il rispetto di tutti i diritti, a cominciare proprio da quelli troppo spesso calpestati della comunità Lgbt, sentiamo comunque l’esigenza di ribadire alcuni concetti.
Innanzitutto ci sentiamo di esprimere la nostra vicinanza e la nostra solidarietà alla coppia discriminata senza alcuna ragione – come hanno ben spiegato loro stessi “i nostri soldi sono uguali a quelli di qualsiasi famiglia eterosessuale” – e a tutti coloro che purtroppo si sono trovati davanti alla stessa situazione in qualsiasi contesto, magari senza trovare il coraggio di denunciare. Perché è davvero vergognoso nel 2017 trovarsi ancora davanti a simili episodi da Medio Evo.
Anzi forse dovremmo dire da Età della Pietra, visto che il titolare esprime il timore di essere considerato un troglodita. Ma lui non è un troglodita, nella sua accezione di uomo che viveva nelle caverne, perché da allora sono trascorsi migliaia, anzi milioni, di anni e dunque questo “alibi” non gli è concesso. Forse il titolare è invece un troglodita nel senso figurato del termine, “persona rozza o primitiva, incivile”. Ma anche in questo caso, però, quell’uomo non ha una scusante.
Nessuno può vietargli di essere un incivile o di avere delle perplessità nei confronti di due persone dello stesso sesso che si amano; di questo, infatti, deve rispondere solo alla sua coscienza. Ma ciò che è certo, è che una persona del genere non ha il diritto di poter svolgere un lavoro che si basa sull’“accoglienza”. Chi sceglie di lavorare nel mondo del turismo deve essere portato per l’accoglienza a 360 gradi, deve essere una persona di ampie vedute e deve far sì che l’ospite si senta a proprio agio, sempre. E non solo se è etero, o se è cristiano, o se è senza figli.
Perché quel titolare, rifiutando l’ospitalità alla coppia di gay, non ha offeso solo loro o chi ha il loro orientamento sessuale, ma ha offeso tutti noi, dando un pessimo biglietto da visita del nostro turismo e, in questo caso, anche della Calabria. Non è un caso che le associazioni di categoria degli albergatori si siano dissociate dal gesto, offrendosi di ospitare gratuitamente la coppia, o che la stessa piattaforma Booking.com abbia deciso di rimuovere la struttura dalle proprie offerte.
Perché l’ignoranza fa male alle persone che ne sono vittime, ma fa male anche all’economia dei luoghi che vivono di turismo, come in questo caso, o a coloro che con dedizione gestiscono le proprie strutture ricettive senza fare discriminazioni.
E allora se sei un troglodita – come tu stesso ti sei definito -, rinuncia alla tua bella “depandanza” e trovati una caverna in cui abitare, che l’ospitalità e l’accoglienza sono cose serie.
Il direttore
Vignetta di copertina: Freccia .
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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