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60 anni fa il disastro di Marcinelle

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8 agosto 1956 – Sono le 8.10 della mattina quando nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, si sviluppa un devastante incendio che provoca la morte di 262 lavoratori dei 274 presenti. La maggior parte delle vittime (136) è rappresentata da emigrati italiani, arrivati in Belgio in cerca di lavoro e costretti a turni massacranti sotto terra. All’origine dell’incendio la combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica che inizialmente sviluppa le fiamme nel condotto d’entrata d’aria principale, per poi riempire di fumo tutto l’impianto sotterraneo.

La macchina dei soccorsi si muove in ritardo e per due settimane si continua ad alimentare la speranza fino a quando, il 23 agosto, vengono dichiarati tutti morti.
Nel 1959 si apre il processo sulla catastrofe che ruota intorno alla testimonianza chiave di Antonio Iannetta che, per un malinteso, avrebbe provocato l’incendio. Ma per i giudici di Charleroi si è trattato di un “errore involontario” e la sentenza di primo grado assolve tutti. In appello c’è un unico condannato, l’ingegnere capo Calicis, con una condanna molto lieve contro la quale insorgono molte famiglie coinvolte nella tragedia.

Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell’UNESCO.

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