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Caporalato: un protocollo per contrastare questa piaga sociale

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Quattrocentotrentamila vittime. E’ questo l’impressionante numero delle persone vittime del caporalato in Italia, come emerge dal terzo rapporto “Agromafie e caporalato” realizzato dall’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil, di cui vi abbiamo dato notizia qualche giorno fa (leggi l’articolo). Per cercare di contrastare questa drammatica piaga sociale, che vede cittadini italiani e stranieri costretti a lavorare per decine di ore nei campi, in condizioni disumane, in cambio di pochi spiccioli, arriva ora un protocollo d’intesa che coinvolge diversi settori del governo.

Il documento, sottoscritto nei giorni scorsi, vede schierati contro il caporalato i Ministeri dell’Interno, del Lavoro, delle Politiche agricole alimentari e forestali (rappresentati dai ministri Angelino Alfano, Maurizio Martina e Giuliano Poletti), in sinergia con le diverse sigle sindacali, gli organismi preposti alla vigilanza, gli enti locali, ma soprattutto diverse realtà del Terzo settore, come la Caritas e la Croce Rossa Italiana, che da tempo si battono contro questa vergognosa forma di sfruttamento dei lavoratori.

«Abbiamo costituito una bella alleanza contro il caporalato che dà ad ogni soggetto un compito e una responsabilità precise», ha commentato il ministro Poletti, a margine della firma del documento. «Abbiamo fissato degli obiettivi e siamo entrati in una logica che supera l’idea di emergenza e assume quella dell’urgenza, perché definire emergenza che ad agosto il pomodoro sia maturo, è un paradosso. Il Protocollo firmato  va inserito in un disegno più ampio sul lavoro in agricoltura e sulla lotta contro gli abusi e nella tutela della salute di tutti quelli che lavorano in questo settore».

«Grazie all’impegno preso coi ministri Poletti e Alfano, insieme ai sindacati, alle associazioni di categoria e al Terzo settore», ha aggiunto il ministro Martina, «possiamo sperimentare un modello di interventi che contrasti lo sfruttamento, soprattutto dei lavoratori stagionali immigrati. In particolare per l’accoglienza e per il trasporto, che negli anni sono stati i punti più deboli in assoluto. Ora è urgente arrivare all’approvazione anche della legge».

«Da oggi», ha garantito infine il ministro Alfano, «la lotta si fa ancora più dura: abbiamo deciso con le Regioni e le associazioni di categoria di combattere una battaglia specifica e mirata. E’ un investimento comune di energie”.

Per conoscere meglio il contenuto del protocollo e le modalità di attuazione del documento, riportiamo di seguito la nota ufficiale diffusa nei giorni scorsi dal Ministero delle politiche agricole e un intervista video al ministro Poletti.

I Ministeri dell’Interno, del Lavoro, delle Politiche agricole alimentari e forestali, rendono noto che i Ministri Maurizio Martina, Giuliano Poletti e Angelino Alfano hanno firmato il Protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura.

L’intesa, sottoscritta anche dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dalle Regione Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, e dalle associazioni di categoria Coldiretti, Cia, Copagri, Confagricoltura, e Cna, Alleanza delle Cooperative, Caritas, Libera e Croce Rossa Italiana, ha come finalità principale sostenere e rafforzare gli interventi di contrasto al caporalato e allo sfruttamento su tutto il territorio nazionale, in particolare a partire dai territori di Bari, Caserta, Foggia, Lecce, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria.

Grazie al Protocollo sarà possibile consolidare una “rete”, costituita da tutti i soggetti interessati, per la messa in campo di una serie di iniziative che realizzeranno progetti concreti contro il fenomeno del caporalato e il miglioramento delle condizioni di accoglienza dei lavoratori. Centrale sarà la regia delle Prefetture che sui territori saranno chiamate a una azione di coordinamento delle attività da mettere in campo, grazie all’attivazione di Tavoli permanenti, presieduti dai prefetti e finalizzati ad individuare i progetti da realizzare in base alle esigenze delle singole realtà territoriali. Appositi accordi saranno sottoscritti per la concreta messa in pratica dei progetti prescelti.

Il Ministero del Lavoro garantirà e faciliterà il confronto tra le parti sociali e istituzionali anche con la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro intervenendo con progetti contro il caporalato. Al Ministero delle politiche agricole spetta invece il coordinamento delle operazioni di controllo del territorio del Corpo forestale dello Stato, soprattutto nelle aree rurali, che rafforzano e affiancano le attività di vigilanza dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

Il coordinamento tecnico e amministrativo per l’attuazione del Protocollo, assicurato dai Ministeri interessati, sarà gestito tramite un Gruppo di lavoro, composto dai rappresentanti dei dicasteri, delle Regioni e delle organizzazioni firmatarie, che stabilirà programma e calendario dei lavori. Le attività previste dal Protocollo saranno finanziate anche grazie al Ministero dell’Interno, attraverso il PON Legalità e il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione.

“Prosegue l’impegno unitario del governo – ha commentato il Ministro Maurizio Martina – per combattere un fenomeno inaccettabile come il caporalato. La stagione di raccolta è all’inizio e per la prima volta abbiamo strumenti concreti e coordinati per agire sul territorio, in particolare dove negli anni si sono presentate le peggiori situazioni di degrado. Grazie all’impegno preso con i Ministri Poletti e Alfano, insieme ai sindacati, alle associazioni di categoria e al terzo settore, possiamo sperimentare un modello di interventi che contrasti lo sfruttamento, soprattutto dei lavoratori stagionali immigrati. Penso in particolare alle azioni per l’accoglienza e per il trasporto, che negli anni sono stati i punti più deboli in assoluto. Con il Corpo forestale dello Stato e i Carabinieri, poi, abbiamo attivato il rafforzamento dei controlli con task force in territori prioritari. Ora è urgente arrivare all’approvazione anche della legge contro il caporalato che è all’esame del Senato. In questa battaglia, è bene sottolinearlo, l’agricoltura sana non è sul banco degli imputati, ma in prima linea per la legalità”.

LE AZIONI PRINCIPALI
– Stipula di convenzioni, per l’introduzione del servizio di trasporto gratuito per le lavoratrici e i lavoratori agricoli che copra l’itinerario casa/lavoro;

– Istituzione di presidi medico-sanitari mobili per assicurare interventi di prevenzione e di primo soccorso;

– Destinazione d’utilizzo di beni immobili disponibili o confiscati alla criminalità organizzata per creare centri di servizio e di assistenza socio-sanitari organizzati dalle competenti istituzioni anche in collaborazione con le organizzazioni di terzo settore e con le parti sociali;

– Progetti pilota che prevedano l’impiego temporaneo di immobili demaniali in caso di necessità di gestione delle emergenze connesse all’accoglienza dei lavoratori stagionali;

– Bandi per promuovere l’ospitalità dei lavoratori stagionali in condizioni dignitose e salubri, per contrastare la nascita o il perdurare di ghetti;

– Sperimentazione di sportelli di informazione per l’incontro domanda e offerta di servizi abitativi, anche valorizzando le esperienze promosse dalle parti sociali;

– Organizzazione di servizi di distribuzione gratuita di acqua e viveri di prima necessità per lavoratori stagionali;

– Potenziamento delle attività di tutela ed informazione ai lavoratori;

– Attivazione di servizi di orientamento al lavoro mediante i Centri per l’impiego ed i servizi attivati dalle parti sociali, in prossimità del luogo di stazionamento dei migranti, per consentire un facile accesso ai servizi forniti dallo stesso ente;

– Attivazione di sportelli informativi attraverso unità mobili provviste di operatori quali mediatori linguistico-culturali, psicologi e personale competente;

– Istituzione di corsi di lingua italiana e di formazione lavoro per i periodi successivi all’instaurazione del rapporto di lavoro agricolo.

Clicca qui per vedere l’intervista del ministro Poletti.

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