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Il Wwf lancia un appello: “Le nostre specie simbolo valgono più da vive”

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In occasione della Giornata mondiale della biodiversità che si festeggerà domenica 22 maggio 2016 il Wwf vuol porre l’attenzione sulla difesa della biodiversità e in particolare di tutte quelle specie simbolo del nostro Pianeta come i gorilla, i rinoceronti, gli elefanti, i leoni e le tigri, che se protette dal bracconaggio e dalla distruzione degli habitat, genererebbero notevoli benefici economici.

Secondo lo studio “Changes in the global value of ecosystem services, Golbal Environment Change” del  gruppo di economisti ecologici guidati da Robert Costanza, che è tra i primi ad aver stimato il valore economico dei servizi ecosistemici offerti dalla natura al nostro sviluppo e al nostro benessere, con un noto lavoro pubblicato nel 1997 dalla rivista scientifica “Nature”, l’ammontare dei servizi offerti dalla natura genera un valore quantificabile in circa 145.000 miliardi di dollari annui, che rappresenta circa il doppio del Pil mondiale.

Congiuntamente ai servizi essenziali offerti dai sistemi naturali, tra cui la depurazione delle acque da parte degli ecosistemi umidi e le capacità di assorbimento del carbonio da parte delle foreste, vi è anche il valore natura della biodiversità per il turismo da parte delle specie animali.

Per capire l’effettiva portata dell’indotto turistico che ruota intorno ai parchi e alle aree marine protette, l’organizzazione internazionale non governativa di protezione ambientale ha messo in luce i principali studi provenienti da ogni parte del mondo.

Si stima almeno in 500 mila dollari l’anno il fatturato prodotto da ogni esemplare di leone, calcolando l’indotto turistico nel Parco di Amboseli, in Kenya.

Nel Parco Nazionale di Bwindi, in Uganda, l’osservazione di un solo dei 400 gorilla presenti nel parco da parte dei turisti rende almeno 100 mila dollari l’anno. In questa sola area protetta, il turismo originato dall’osservazione dei gorilla di montagna genera un reddito annuale di 15 milioni di dollari.

Nel Parco del Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo, il valore di un solo esemplare di gorilla sale perfino a 450 mila dollari l’anno. I gorilla costituiscono per Uganda, Ruanda e Repubblica Democratica del Congo una considerevole fonte di reddito, calcolata in almeno 20 milioni di dollari all’anno.

Un elefante vale 76 volte più da vivo che non da morto. Il valore è stato quantificato sulla base del turismo concentrato sull’osservazione degli elefanti in Kenya, Tanzania, Zambia e Sud Africa. In questi Paesi un esemplare fornisce in un anno un ritorno economico di 23 mila dollari che, se calcolato per la vita media di un elefante, tocca un totale di 1,6 milioni di dollari.

Stesso discorso vale anche per quanto concerne il mare. A Palau (Oceania), un singolo squalo di barriera può concorrere per quasi 2 milioni di dollari, nel corso della sua vita, all’economia dell’isola, come emerge da una ricerca dell’Istituto Australiano di Scienze Marine e della University of Western Australia.

Secondo il rapporto del Wwf “Reviving the Ocean Economy: the case for action”, gli oceani e la loro biodiversità producono benefici economici di almeno 2.500 miliardi di dollari l’anno.

Nel 2008, secondo l’International Fund for Animal Welfare, 13 milioni di persone hanno generato a livello mondiale un fatturato complessivo di 2,1 miliardi di dollari per attività di whale watching, ossia l’osservazione delle balene nel loro habitat naturale, offrendo lavoro a 13 mila persone.

Passiamo ora al nostro Paese. Le nostre cernie costituiscono una grande risorsa. La presenza di tre cernie nell’Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo, in Sardegna, diventate il motivo di immersione per centinaia di sub, ha fruttato un indotto turistico in dieci anni superiore ai 110 mila euro. Le 16mila immersioni fatte nel 2009 nell’Area Marina Protetta di Tavolara hanno generato, nel 2009, un ricavo di 23 milioni di euro, come risulta dall’osservazione dell’Università di Sassari.  Infine, sempre in Italia, secondo il rapporto Ecotour sul Turismo Natura del 2014, il turismo naturalistico nelle strutture ricettive all’interno delle aree protette ha superato quota 100 milioni di presenze, generando un ricavo di più 11 miliardi di euro.

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