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Incidenti stradali, hiv e depressione sono le prime cause di morte fra gli adolescenti

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Sono gli incidenti stradali la prima causa di morte degli adolescenti nel mondo. Seguono i decessi per causa di hiv e depressione, con un numero crescente di suicidi registrati. È stata la rivista Lancet a renderlo noto con la pubblicazione di un rapporto dedicato ai più giovani, studio condotto da 4 università con la coordinazione dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Seattle.

La fascia d’età considerata nello studio è quella tra i 10 e i 24 anni nel periodo compreso tra il 1990 e il 2013 in cui gli incidenti stradali hanno causato il 10% dei decessi, il virus dell’hiv ha coinvolto i più piccoli della stessa fascia, le depressioni non curate o curate male hanno incrementato il numero dei suicidi.

Gli studiosi, in termini di fattori di rischio, hanno segnalato l’aumento dell’uso di alcolici per gli adolescenti alla guida, la carenza di ferro e la pratica di sesso non protetto tra le cause dell’hiv, la depressione alla base dei suicidi.

Il rapporto – per quanto concerne le morti stradali – conferma in sostanza quanto l’Oms durante il 2015 aveva già evidenziato, calcolando un numero di decessi su base annua pari a 1,25 milioni di persone. Cifra che la stessa Oms definiva stabile, nella sua gravità, nel corso degli ultimi anni nonostante l’aumento di veicoli circolanti.

Per quanto riguarda le morti dei giovani per hiv e depressione, gli studiosi denunciano la mancanza di un’adeguata profilassi tanto nelle pratiche quanto nel tipo di educazione che viene somministrata agli adolescenti. I progressi scientifici non coincidono, in questo caso, con un miglioramento della salute dei minori. Di qui anche i numerosi casi di depressione trascurati e poi sfociati in suicidio.

Ali Mokdad, uno degli autori principali della ricerca, ha dichiarato: «I nostri dati mostrano chiaramente che serve uno sforzo maggiore per migliorare la salute dei giovani; l’inazione avrà serie conseguenze sulla salute di questa generazione e della prossima. Resta l’educazione il miglior investimento».

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