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Giovedì scorso 28 aprile è stata celebrata la giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, istituita nel 2003 dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) per ricordare l’importanza della sicurezza e incoraggiare le azioni preventive a tutela del lavoratore e del datore di lavoro.
Ma il 28 aprile è anche la giornata mondiale vittime dell’amianto. Per la verità l’amianto in Italia è stato messo al bando 24 anni fa, ma è ancora diffusissimo in mille forme. CNR e Inail stimano la presenza di 32 milioni di tonnellate; il Programma nazionale di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale parla di 75mila ettari in cui si conosce la presenza di cemento amianto; il Ministero dell’Ambiente elenca 44mila siti contenenti amianto: di questi solo 2.236 sono stati bonificati mentre 41.350 restano ancora da bonificare.
Non è un caso, quindi, che ieri alla Sala della Regina della Camera dei Deputati si sia tenuto il Convegno dal titolo “Subito il Piano Nazionale Amianto – Uniti per liberare l’Italia dall’amianto!!!”
L’incontro è stato organizzato dalle tre maggiori organizzazioni sindacali (CGIL CISL e UIL) con la partecipazione dei Presidenti delle Commissioni Ambiente, Lavoro e Salute della Camera, da rappresentanti del Comitato delle Regioni, dell’ANCI, di Confindustria e della stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In particolare le Organizzazioni Sindacali chiedono di concentrare l’attenzione del Piano nazionale amianto sui seguenti obietti:
• coordinamento della sorveglianza sanitaria degli esposti ed ex esposti
• finanziamento della ricerca per la cura delle neoplasie asbesto-correlate
• potenziamento dei centri specializzati della cura
• varo dei registri dei tumori con sezione specifica di quelli di natura professionale
• censimento e piano straordinario di lavoro per la rimozione e bonifica dei materiali contenenti amianto a partire da quelli con maggiore vetustà
• disponibilità di discariche specifiche per il conferimento dei materiali contenenti amianto da parte delle Regioni con la collaborazione delle Province e dei Comuni
• attività coordinata e omogenea del sistema delle agenzie ambientali (regionali e nazionale)
• maggiori risorse al Fondo vittime dell’amianto per un risarcimento dignitoso delle vittime
• razionalizzazione dei diversi fondi e delle politiche assistenziali.
Ma questa, forse, è l’occasione giusta per chiedere ai nostri lettori di valutare la possibilità di aderire alla petizione #AddioAmianto: Approva le cinque misure per la trasparenza sull’amianto proposta da Wired.
Questo il testo:
“Tremila vittime e più di 500 milioni di euro bruciati ogni anno: è l’amianto in Italia, nonostante sia stato bandito 23 anni fa. È quello che emerge da Il Prezzo dell’Amianto, l’inchiesta di Wired di maggio, che lancia questa petizione perché solo insieme possiamo fermarlo.
L’Italia è stato il primo consumatore di amianto in Europa e il secondo maggior produttore dopo l’Unione sovietica. Oggi, 23 anni dopo la messa al bando, questo materiale continua ancora a produrre un danno enorme: almeno tremila vittime e costi sociali di oltre 500 milioni di euro ogni anno. Questa cifra basterebbe da sola a coprire la bonifica dei siti a più alto rischio come scuole, ospedali, edifici pubblici e impianti sportivi frequentati ogni giorno da milioni di italiani.
Il primo passo è la trasparenza. Come riconosciuto dallo stesso Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il controllo civico sulle bonifiche è cruciale per accelerare gli interventi. Perché la partecipazione dei cittadini sia davvero efficace c’è bisogno di trasparenza sui dati e sui processi di controllo ambientale, sanitario e di smaltimento degli oltre 30 milioni di tonnellate di amianto nelle sue varie forme.
Per questo Wired lancia su Change.org la petizione Addio Amianto (#addioamianto) per sollecitare il premier Matteo Renzi e il Ministro Galletti ad adottare subito cinque misure concrete per migliorare la trasparenza sull’amianto.
1. Mappatura. Pubblicazione immediata in open data della mappa di tutti i siti a rischio censiti dalle Regioni anche se incompleta, insieme a una precisa e scadenzata road map per il completamento della mappatura nazionale.
2. Bonifica. Identificazione delle 373 aree ad alta frequentazione pubblica (scuole, impianti sportivi e infrastrutture) con la più alta priorità di rischio (classe di priorità del rischio 1) individuate dal ministero dell’Ambiente, per le quali sono richiesti interventi di bonifica urgente.
3. Finanziamento. Finanziamento del Piano nazionale amianto presentato a Casale l’8 aprile 2013 per il coordinamento e l’esecuzione degli interventi di bonifica e prevenzione accompagnati da una capillare azione di informazione delle popolazioni.
4. Epidemiologia. Pubblicazione obbligatoria in open data da parte delle Regioni dei dati aggiornati di mortalità e insorgenza di nuovi casi di malattie asbesto-correlate con dettaglio per Comune e Asl.
5. Smaltimento. Unificazione delle procedure di controllo sull’inertizzazione e sullo smaltimento in discarica dell’amianto, sul modello di quanto già avviene a Casale Monferrato, per estenderlo a tutto il territorio nazionale.
La petizione sarà consegnata al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti. Ad oggi hanno aderito circa 69.300 persone. L’obiettivo è di 75.000 sottoscrizioni. Chi volesse trova la petizione alla pagina.
Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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