La storia di Omaima Hoshan, bambina siriana costretta a fuggire in Giordania per via della guerra, ricorda molto quella di Malala Yousafzai, di cui vi abbiamo consigliato la lettura del libro, scritta da lei stessa in collaborazione con la giornalista Christina Lamb (leggi qui).
Una delle preoccupazioni principali di Omaima Hoshan, una volta arrivata in Siria, è quella di continuare i suoi studi. Tuttavia, guardandosi intorno, comincia a notare come pian piano le proprie compagne di calsse abbandonino le aule perché in procinto di sposarsi, tra i 12 e 13 anni. Finché la stessa sorte non tocca anche alla sua migliore amica. Arriva il momento della svolta: dopo aver letto “Io sono Malala”, comincia a documentarsi sempre più, fino a cercare di dissuadere i genitori delle bambine a dare impulso a questa odiosa pratica e invece permettere alle ragazze di studiare.
Tuttora organizza lezioni di disegno, canto e teatro per le sue coetanee con l’intenzione di sviscerare il problema dei matrimoni precoci e condurre le bambine a un percorso di consapevolezza verso la propria libertà. I risultati – molto incoraggianti – l’hanno spinta a proseguire.
Abbiamo voluto raccontarvi questa storia per ricordarvi che chiunque può essere una “Malala”.
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