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“Noi italiani sembriamo delle carogne ma in realtà siamo buoni e lo dimostrano i numeri del volontariato”. Non ha usato mezzi termini Philippe Daverio, critico d’arte e scrittore, per riassumere con parole decisamente efficaci il cuore grande degli abitanti del Belpaese.
Attesissimo ospite della seconda giornata del Festival nazionale del Volontariato di Lucca, Daverio ha affrontato il tema dell’identità, delle comunità e del patrimonio culturale in maniera lucida e a tratti irriverente, perfettamente in linea con il suo stile.
Accolto con entusiasmo in una splendida e gremita sala del Palazzo Ducale, il critico ha aperto il suo intervento focalizzando dapprima l’attenzione sulla città toscana che in questi giorni ospita l’evento, per poi cogliere l’occasione di stigmatizzare le attuali norme urbanistiche che, a detta di Daverio “hanno assassinato il linguaggio architettonico italiano. Il nostro compito”, ha aggiunto, “è far ripartire l’immaginazione nel rispetto non della bellezza, che è un fattore troppo soggettivo, ma dell’armonia, rifacendoci a Pitagora”.
Il critico ha poi evidenziato come purtroppo in Italia non si tenga conto del concetto di “legacy”, caro invece agli americani, grazie al quale i cittadini sono consapevoli di aver ereditato dai propri antenati tutto il proprio patrimonio culturale e allo stesso tempo sono desiderosi di lasciarlo anche ai propri eredi.
Spazio poi al tema al centro della kermesse culturale, ossia quello del volontariato. “Il nostro Pil in Italia”, ha evidenziato Daverio, “avrebbe il 5% in più se considerassimo il volontariato. Se c’è una cosa certa, infatti, è che l’italiano partecipa. Può peccare magari di pigrizia, che non è un peccato, ma mai di accidia. In questo”, ha concluso il relatore, “bisogna ammettere che l’italiano è intollerabile per molte cose, ma assolutamente riscattabile, proprio perché partecipa. Anche se non sembra, infatti, noi siamo davvero buoni”.
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[…] Attenzione focalizzata, poi, sul motore pulsante del Festival e della stessa società, ossia i giovani, che hanno partecipato con entusiasmo ai convegni, dimostrando spesso una maturità inaspettata per la loro età. Ed è proprio a loro che hanno indirizzato le proprie parole il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (vedi l’intervista video), che ha suggerito di inserire il volontariato nel curriculum dello studente, e il sottosegretario al welfare Luigi Bobba, annunciando un Piano di promozione del volontariato nelle scuole, che potrà contare su uno stanziamento di 470 mila euro per 200 progetti. E dopo la scuola dell’obbligo un quinto di ogni generazione potrà avere a che fare con il bene comune grazie al nuovo Servizio Civile Volontario potenziato che la Riforma del Terzo Settore licenzierà a breve con la definitiva approvazione alla Camera, che dovrebbe arrivare già nel mese di maggio. Riflettori accesi, durante le giornate del Festival di Lucca, anche sul futuro delle città e sul delicato tema della sostenibilità ambientale, affrontato ad esempio nel convegno “Città tecnologiche per lo sviluppo sostenibile” durante il quale il portavoce dell’alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile Enrico Giovannini ha lanciato l’idea del Chief Data Officer da istituire in ogni città per usare i big data in maniera intelligente e creare città intelligenti. Ma è fondamentale che le città non siano solo intelligenti, ma anche armoniose, come ricordato dallo storico dell’arte e scrittore Philippe Daverio nel corso dell’evento clou del Festival organizzato insieme al Banco Popolare (leggi l‘articolo). […]