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L’approfondimento di oggi intende riflettere sulla professione del fundraiser, anche alla luce del prossimo Festival del Fundraising, il più importante evento italiano per la raccolta fondi. Si terrà in data 11-12-13 maggio 2016 al fine di condividere strumenti, tendenze e novità sul fundraising.
Ma chi è il fundraiser? Non è facile trovare una definizione unica di fundraiser. È una figura dalle mille facce, identità e funzioni.
Nell’articolo 1 del Regolamento dell’Associazione Italiana Fundraiser, ovvero l’Associazione che ha lo scopo di alimentare lo sviluppo e la crescita della professione del fundraiser, è definito come colui che opera in modo professionale ed etico, remunerato o a titolo gratuito, nella definizione e realizzazione delle strategie di comunicazione sociale, marketing sociale e raccolta fondi per organizzazioni del non profit.
Esistono diverse tipologie di fundraiser:
Valerio Melandri e Giorgio Vittadini nel libro “Fundraiser: professionista o missionario?” hanno riassunto 16 mansioni tipiche di un fundraiser italiano:
Riportiamo alcuni dati interessanti del Primo Censimento dei fundraiser che lavorano in Italia, condotto da Philanthropy Centro Studi e Doxa, in collaborazione con l’ASSIF.
La ricerca evidenzia che esistono oltre 2 mila professionisti attivi con un’età media di 41 anni e una netta prevalenza femminile. Il fundraiser proviene principalmente dal mondo accademico, con una prevalenza dei laureati in Scienze Politiche; solo una scarna minoranza svolge l’attività a titolo non retribuito, ovvero a livello puramente volontario. Le organizzazioni non profit dimostrano di avvalersi sempre più di queste figure, promuovendo una raccolta fondi stabile e strutturata. Il censimento riporta che i fundraiser sono maggiormente presenti in Lombardia (33,9%), Lazio (24,3%), Emilia Romagna (10,9%), mentre al Sud la tendenza non si è ancora affermata.
La maggioranza dei fundraiser (un terzo del totale) percepisce stipendi lordi annuali che si collocano nella fascia tra i 20 mila e i 40 mila euro, con punte di 150 mila euro l’anno. La stragrande maggioranza dei fundraiser poi gode di un fisso retributivo, mentre solo il 3% è pagato a provvigione. Infine, i settori prevalenti sono: cooperazione e solidarietà, assistenza sociale e protezione, sanità, istruzione e ricerca.
Fonte: Il Primo Censimento dei fundraiser che lavorano in Italia.
Vivo a Pescara e sono Dottore Commercialista e Revisore dei Conti. Ho iniziato a lavorare a 24 anni, immediatamente dopo il conseguimento della laurea in Economia e Commercio. Rifiutando la libera professione, mi sono sempre occupata di progettazione in ambito regionale, nazionale e comunitario, gestione di progetti complessi, coordinamento, rendicontazione. Proprio perché la mia indole è la creatività, mi piace pensare che dietro ogni idea/progetto ci sia un sogno da realizzare. Credo nel lavoro in team, nelle sinergie, nell’integrazione tra più competenze, motivo per cui ho deciso di intraprendere un nuovo viaggio di lavoro con Valerio e Maria Pia. Amo viaggiare con qualsiasi mezzo, da sola, con la famiglia, con gli amici. Ascolto musica, anche insieme ai miei figli Vittorio e Davide, seguo il cinema, mi piace andare sui pattini, ballare. E mi considero una folata di vento improvviso in una stanza (facendo alterare chi mi sta a fianco!).
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