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Scadenza: 22/04/2016.
L’intestazione per esteso dell’iniziativa promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità è il seguente: “Per il potenziamento dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli e per il rafforzamento della rete dei servizi territoriali” bando da 12 milioni di euro che rientra nel Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere.
Sono anni che il Dipartimento per le Pari Opportunità è impegnato nella lotta contro la violenza alle donne a partire dalla c.d. “Convenzione di Istanbul” entrata in vigore il 1° agosto 2014 che all’art. 3 definisce la violenza contro le donne “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata”.
A seguito di tale convenzione, il Governo italiano nel 2013 ha adottato il decreto legge n. 93 convertito in legge 15 ottobre 2013 n. 119, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province” laddove all’art. 5 del decreto ha previsto il “Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” adottato il 7 luglio u.s che prevede una pluralità di azioni alcune delle quali avranno attuazione proprio tramite questo avviso pubblico.
Andiamo nel dettaglio:
SCHEDA | |
OBIETTIVI | Finanziamento di azioni volte a rafforzare le misure poste in essere a sostegno delle vittime di violenza di genere e i loro figli e i servizi a loro dedicati, il tutto in un’ottica non solo di assistenza ma di empowerment femminile. In particolare, saranno finanziati i progetti finalizzati a sviluppare la rete di sostegno attraverso il rafforzamento dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza, delle case rifugio e dei servizi di assistenza, prevenzione e contrasto che, a diverso titolo, entrano in relazione con le donne vittime di violenza. |
SOGGETTI PROPONENTI |
Soggetti promotori dei Centri antiviolenza e le Case rifugio quali: a) Enti locali, in forma singola o associata; b) associazioni e organizzazioni operanti nel settore del sostegno e dell’aiuto alle donne vittime di violenza, che abbiano maturato esperienze e competenze specifiche in materia di violenza contro le donne, che utilizzino una metodologia di accoglienza basata sulla relazione tra donne, con personale formato specificatamente sulla violenza di genere. Queste dovranno: 1. essere iscritte ad Albi/Registri regionali del volontariato, della promozione o della cooperazione sociale o esser iscritte ai registri regionali delle onlus presso l’Agenzia delle entrate ovvero ad Albi regionali appositamente istituiti; 2. avere nel loro Statuto i temi del contrasto alla violenza di genere, del sostegno, della protezione e dell’assistenza delle donne vittime di violenza e dei loro figli quali finalità esclusive o prioritarie, coerentemente con quanto indicato con gli obiettivi della Convenzione di Istanbul, ovvero dimostrare una consolidata e comprovata esperienza almeno quinquennale nell’impegno contro la violenza alle donne. c) soggetti di cui alle lettere a) e b), di concerto, di intesa o in forma consorziata. Per i soli casi di partecipazione in forma associata è ammessa la presenza in ciascuna ATS, e non come capofila, di: a) associazioni o organismi di cui al precedente comma 1, che si sono costituiti da meno di 5 anni o con un’esperienza nel settore del sostegno alle vittime di violenza di genere inferiore a quattro anni di attività; b) soggetti con un’esperienza negli interventi di recupero e accompagnamento dei responsabili di atti di violenza. |
RISORSE | L’ammontare delle risorse destinate ai progetti è di 12 milioni di euro e il contributo del Dipartimento potrà al massimo essere pari al 90% del costo totale previsto per la realizzazione della proposta progettuale presentata. Pertanto il proponente dovrà garantire un cofinanziamento (solo di natura finanziaria) almeno pari al 10% del costo totale. Il contributo statale per ciascun progetto non potrà in ogni caso superare l’importo massimo di Euro € 180.000,00 (centottantamila) per i progetti presentati dai soggetti proponenti gestori di Centri Antiviolenza e di € 250.000,00 (duecentocinquantamila) per i progetti presentati dai soggetti proponenti gestori di Case Rifugio. Si precisa che i servizi a favore delle vittime di violenza e dei loro figli minori, previsti nell’ambito del progetto, devono essere comunque erogati a titolo gratuito. |
SCADENZA E PROCEDURE |
I soggetti proponenti dovranno presentare i progetti esclusivamente mediante l’invio tramite Posta Elettronica Certificata al seguente indirizzo: [email protected] entro e non oltre 45 giorni dalla pubblicazione sulla G. U. della Repubblica Italiana, quindi entro la mezzanotte del 22 aprile 2016.
I progetti, della durata massima di 24 mesi, dovranno essere finalizzati, in tutto o in parte, a: a) potenziare le forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli anche attraverso il rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei Centri Antiviolenza e dei servizi di assistenza, prevenzione e contrasto della violenza contro le donne che a diverso titolo entrano in relazione con le vittime; |
INFORMAZIONI | Per quesiti e info sarà necessario inviare una mail per posta elettronica certificata all’indirizzo [email protected] non oltre le 48 ore antecedenti il termine ultimo previsto per la presentazione dei progetti e le risposte saranno pubblicate su http://www.pariopportunita.gov.it nella sezione “Bandi e Avvisi”. Il responsabile del procedimento è Tiziana Zannini del Dipartimento per le pari opportunità. Per bando e allegati clicca qui. |
Arrivata dalla Puglia in Abruzzo nel 1988, da allora vivo felicemente a Pescara con i miei figli, Davide e Luna, e mio marito. Ho realizzato i miei studi a Barletta frequentando prima il Liceo Scientifico Statale e, in seguito, un Corso parauniversitario in Servizi Sociali. Questo primo approccio professionale al sociale e alle sue tematiche ha segnato la mia vocazione: aiutare le persone in stato di bisogno/difficoltà offrendo soluzioni e opportunità di benessere comune. Anche la formazione professionale ha avuto un ruolo considerevole nel mio percorso lavorativo. Dalla collaborazione, prima, con una importante agenzia formativa piemontese a quella successiva, per undici anni, con un’agenzia a partecipazione pubblica, ho perfezionato le mie competenze in attività di coordinamento, monitoraggio e valutazione anche di progetti complessi a valere su finanziamenti regionali, nazionali e comunitari. Da qualche mese, insieme ai miei amici e colleghi, sto vivendo una nuova sfida: Social Hub, società cooperativa con una forte vocazione all’economia civile oltre che alla consulenza e ai servizi all’impresa. Quale migliore opportunità per tornare al mio mondo sociale?
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