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Dopo un iter cominciato nel maggio del 2014 finalmente la Camera dei deputati ha approvato la prima normativa nazionale per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale, che nel nostro Paese ormai rappresenta una realtà molto significativa con all’attivo più di 5 mila botteghe.
Il nuovo testo di legge, composto da 12 articoli, è il risultato di una serie di provvedimenti presi a livello regionale, il primo dei quali approvato dalla Toscana nel 2005 e scritto in collaborazione con Equo Garantito, l’associazione di categoria che raccoglie le organizzazioni di commercio equo e solidale italiane.
In tale provvedimento vengono definite le organizzazioni del commercio equo e solidale quali soggetti senza scopo di lucro e non politici che siano iscritti nel “Registro della filiera integrale del commercio equo e solidale”. Soltanto i soggetti iscritti nel registro potranno beneficiare delle tutele e delle provvidenze previste dalla nuova legge. Poi a una “Commissione per il commercio equo e solidale”, istituita presso il ministero dello Sviluppo economico, spetterà il compito di visionare su tutto.
«Per commercio equo e solidale», come spiega il documento redatto dal Servizio studi della Camera, «si intende un rapporto commerciale con un produttore in forza di un accordo di commercio equo e solidale basato sul dialogo, sulla trasparenza, sul rispetto e la solidarietà, che è finalizzato all’equità nelle relazioni commerciali. Per accordo di commercio equo e solidale, invece, si intende un accordo di lunga durata stipulato con un produttore allo scopo di consentire, accompagnare e migliorare l’accesso al mercato di quest’ultimo, che preveda alcune specifiche caratteristiche, in particolare il pagamento di un prezzo equo, misure a carico del committente per il graduale miglioramento della qualità della produzione e in favore dello sviluppo della comunità locale, il progressivo miglioramento dei livelli di impatto ambientale della produzione, l’obbligo del produttore di garantire condizioni di lavoro sicure e di remunerare in maniera adeguata i lavoratori e di rispettare i diritti sindacali».
Nello specifico, tra le principali novità introdotte dalla legge: l’istituzione di un Elenco nazionale del commercio equo e solidale, l’istituzione della “Giornata nazionale del commercio equo e solidale”, il sostegno dei suoi prodotti negli appalti pubblici, l’istituzione di un fondo per la promozione del commercio equo e solidale di 1 milione di euro per il primo anno dall’entrata in vigore della legge.
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[…] normativa nazionale per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale (leggi l’articolo). Il procedimento è stato approvato a larghissima maggioranza, raccogliendo le istanze delle […]