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Musica e ambiente, insieme: quanto possono essere compatibili a scuola, nell’ambito di un progetto didattico? Di primo acchito viene da pensare, poco, niente o quasi.
Ma chi con lungimiranza crede nell’interdisciplinarità, come Arpa Piemonte (l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), sa molto bene quanto musica e ambiente significhino ascolto, sinergia percettiva che privilegia il “sentire”.
A Vercelli ha dunque preso il via un progetto didattico sperimentale partito dalla scuola primaria “Ferraris” dove circa 600 bambini hanno stupito tutti dimostrando conoscenze su temi quali la biodiversità e l’inquinamento. Come? Canticchiando strofe e filastrocche, giocando con le assonanze, con la metrica e, insomma, con le parole. Il tutto divertendosi.
Sulla valenza altamente educativa della musica c’è poco da aggiungere, se non che sarebbe auspicabile incoraggiarla quanto più possibile presso le scuole, tanto più che il suo campo d’applicazione è praticamente infinito. E allora ecco che a Vercelli s’insegna “musica d’ambiente” che ci spiega attraverso delle filastrocche come si fa la raccolta differenziata, in che modo evitare gli sprechi e imparare a tenere gli occhi aperti sulla bellezza dei paesaggi quotidiani, bacchettando, se necessario, anche genitori distratti e pasticcioni.
Le note si animano, attraverso associazioni mentali pensate per essere memorizzate in fretta, così che abbiamo il DOtto e il SOLe che sul pentagramma conducono i bambini a imparare quanto c’è da sapere sull’ambiente e a familiarizzare con la musica.
L’iniziativa, visto il successo, si è estesa anche a Biella e in Verbania e, a proposito di questa idea innovativa, il direttore dell’Arpa di quadrante Bruno Barbera e l’ideatore del progetto Franco Pistono hanno argomentato: «Oggi la capacità di leggere il mondo attraverso i suoni è notevolmente penalizzata. La percezione sonora è condizionata dalla sovraesposizione a una quantità di stimoli, invece le città e i luoghi in cui viviamo offrono paesaggi sonori che possono mostrarsi molto interessanti sotto il profilo estetico, antropologico, storico e simbolico. Se ci disponiamo a quest’esperienza con un minimo di curiosità, scopriamo che il paesaggio esiste, ed è in grado di farci conoscere qualcosa di diverso dello spazio che abitiamo».
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