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Crisi industriali complesse

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La settimana scorsa abbiamo visto che gli aspetti operativi degli interventi nelle aree di crisi industriali vengono definiti dai seguenti provvedimenti:

  • il decreto del Ministro dello sviluppo economico 31 gennaio 2013 che, in attuazione dell’articolo 27, comma 8, del decreto-legge n. 83 del 2012, disciplina le modalità di individuazione delle situazioni di crisi industriale complessa, determina i criteri per la definizione e l’attuazione dei Progetti di riconversione e riqualificazione industriale e impartisce le opportune direttive all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.a. – Invitalia, prevedendo la priorità di accesso agli interventi;
  • il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 giugno 2015 che definisce criteri e modalità di concessione delle agevolazioni di cui alla legge n. 181/1989 in favore di programmi di investimento finalizzati alla riqualificazione delle aree di crisi industriali.

Inoltre, la Circolare 6 agosto 2015 n. 59282 precisa ulteriormente “Criteri e modalità di concessione delle agevolazioni di cui alla legge n. 181/1989 in favore di programmi di investimento finalizzati alla riqualificazione delle aree di crisi industriali”.

Ma quali sono al momento le aree di crisi industriale riconosciute dal Ministero dello sviluppo economico e nelle quali si stanno attuando interventi di reindustrializzazione con il concorso dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – Invitalia?

In primo luogo, va precisato che per ciascuna area il Mise deve riconoscere la natura di area di crisi industriale complessa e pubblicare un avviso per fissare tempi e modalità di presentazione delle domande.

In secondo luogo, è necessario ricordare che le aree di crisi industriale non complessa saranno identificate con un altro decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, attualmente in corso di definizione, che fisserà anche i termini di presentazione delle domande.

Al momento le aree di crisi industriale complessa riconosciute dal Ministero dello sviluppo economico sono Trieste, Rieti, Piombino, Gela, Livorno, Venafro-Campochiaro-Bojano.

La zona industriale di Trieste è stata riconosciuta “area di crisi industriale complessa” per le problematiche legate alla produzione siderurgica, alla riqualificazione delle attività industriali e portuali e al recupero ambientale. La crisi siderurgica ha interessato principalmente il Gruppo Lucchini con circa 3000 lavoratori, di cui 472 occupati nel complesso industriale ex Italsider di Trieste.

Il 30 gennaio 2014 è stato firmato l’Accordo di Programma “per la disciplina degli interventi relativi alla riqualificazione delle attività industriali e portuali e del recupero ambientale dell’area di crisi industriale complessa di Trieste” tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle infrastrutture e trasporti, il Ministro per la coesione territoriale, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Trieste, il Comune di Trieste, l’Autorità Portuale di Trieste e Invitalia.

L’accordo prevede l’attuazione del progetto di messa in sicurezza e reindustrializzazione del complesso siderurgico del progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi industriale complessa (PRRI). Inoltre, a seguito dell’acquisto da parte del Gruppo Arvedi del complesso ex Lucchini, è stato avviato il primo progetto tramite l’Accordo di Programma del 21 novembre 2014.

Il “Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi industriale complessa del Sistema Locale del Lavoro di Rieti” è stato approvato con l’Accordo di programma stipulato in data 17 dicembre 2014 tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la Regione Lazio, la Provincia di Rieti, il Comune di Rieti e l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.a. – Invitalia.

Nel caso in questione la crisi ha riguardato il tessuto di medie imprese localizzato nell’area a seguito delle politiche di incentivazione della ex Cassa per il Mezzogiorno, senza particolari caratterizzazioni settoriali. L’avviso pubblico promuove la realizzazione di una o più iniziative imprenditoriali nei Comuni dell’area di crisi industriale complessa del Sistema locale del lavoro di Rieti, finalizzate al rafforzamento e alla riqualificazione del tessuto produttivo locale, nonché alla ricollocazione dei lavoratori disoccupati.

Il “Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi industriale complessa del Sistema Locale del Lavoro di Piombino” è stato approvato con l’Accordo di programma stipulato il 7 maggio 2015 tra il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, il Comune di Piombino, l’Autorità portuale di Piombino e Invitalia spa.

Anche in questo caso la crisi ha riguardato il comparto siderurgico e, in particolare, il gruppo industriale Lucchini. Gli obiettivi dell’accordo hanno riguardato la riconversione del sito siderurgico, la bonifica ambientale del comprensorio, il miglioramento delle infrastrutture, il rafforzamento della capacità produttiva dell’area e la ricollocazione del personale espulso dalla filiera siderurgica.

Il decreto 20 maggio 2015 attribuisce il riconoscimento di crisi industriale complessa, con impatto significativo sulla politica industriale nazionale, per il territorio del Comune di Gela e per le aree di localizzazione delle aziende dell’indotto. L’intervento, richiesto dalla Regione Siciliana, riguarda principalmente il settore della raffinazione che rappresenta il comparto portante dell’economia della provincia di Caltanissetta ed è caratterizzato da una profonda trasformazione a seguito del calo della domanda e della ricomposizione dell’offerta a livello globale.

Il decreto ministeriale del 7 agosto 2015 riconosce come crisi industriale complessa con impatto significativo sulla politica industriale nazionale (ai sensi del DM 31/01/2013 di attuazione dell’art. 27, comma 8, del DL 22/06/2012 n. 83 recante misure urgenti per la crescita del Paese) il polo produttivo della componentistica automotive di Livorno e Collesalvetti. In occasione della pubblicazione del decreto il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha dichiarato: “Si tratta di una notizia molto attesa perché permette di attivare in tempi molto rapidi 10 milioni di euro previsti nell’accordo di programma firmato con il Mise per la reindustrializzazione. A questi si aggiungono 10 milioni della Regione per i protocolli di insediamento e ulteriori 5 milioni stanziati, sempre dalla Regione, al Comune di Livorno per il Polo Tecnologico e l’incubatore di imprese”. “La Regione – ha aggiunto Rossi – in ogni bando che promuoverà a favore del sistema d’impresa prevede una riserva di fondi per le aree di crisi. E l’abbattimento dell’1,5% dell’Irap alle aziende che si insediano sul territorio livornese”.

Un ulteriore decreto ministeriale pubblicato in pari data ha riconosciuto come area di crisi industriale complessa il territorio ricompreso tra le due province di Campobasso e Isernia corrispondente ai comuni di Venafro, Campochiaro e Bojano in cui ricadono due dei tre maggiori nuclei industriali della regione. In questo caso la crisi industriale colpisce l’industria tessile e della moda, l’agroalimentare e la metalmeccanica-componentistica.

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