Redazione
[email protected]
[email protected]
Direttore
[email protected]
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.
A Milano, precisamente in via Padova al civico 36, sorge un negozio di duecento metri quadrati davvero unico e speciale che si chiama “Share” in cui è possibile acquistare maglie, pantaloni, camicie, giacche o giubbotti di seconda mano, spesso di marca, a soli 20 o 30 euro al massimo, per uomini, donne e bambini. In questi giorni ci sono addirittura capi in offerta a 1, 3 e 5 euro.
Share non rappresenta solo una buona occasione di risparmio per i clienti, ma coniuga lotta allo spreco e solidarietà. Una parte del ricavato, infatti, viene destinato a lodevoli progetti sociali per persone svantaggiate. Gli abiti venduti, invece, provengono tutti da realtà italiane e straniere che si occupano del ciclo completo della raccolta di indumenti usati.
Il negozio d’abbigliamento è un’iniziativa di Vesti solidale, cooperativa sostenuta da Caritas Ambrosiana, che si occupa di raccolta e riciclo di abiti usati. La scelta del luogo dove si trova appunto Share non è casuale, in quanto l’edificio di via Padova 36 ospita un progetto di housing sociale, promosso e finanziato da diversi enti, che comprende un residence, 8 alloggi destinati a famiglie di immigrati (Progetto AbitAzioni), e altri 7 appartamenti per famiglie e persone in difficoltà e vulnerabilità sociale (Progetto per l’integrazione abitativa e sociale).
In soli due anni di attività, circa 16.500 euro sono serviti a sostenere: un appartamento che accoglie mamme con bambini, cure odontoiatriche gratuite per minori in situazioni di disagio, l’associazione Prison Fellowship Italia per le attività svolte presso il carcere di Opera e per l’integrazione sociale di una famiglia originaria della Palestina composta da padre, madre e 7 figli.
Nel 2015, Share ha raggiunto un importante fatturato pari a 160 mila euro, vendendo più di 33mila capi, il 20% in più rispetto all’anno precedente. Inoltre, il 65% dei clienti, circa 200 al giorno, è di origine straniera.
Come racconta la responsabile del negozio, Monica: «ormai abbiamo molti clienti abituali. Ma c’è sempre gente nuova. Magari all’inizio sono un po’ titubanti, perché in Italia non c’è ancora l’abitudine a vestire capi di seconda mano, ma poi vedono la qualità della merce esposta e si ricredono. Gli abiti esposti sono tutti pezzi unici, nel senso che di un tipo di pantalone non ci sono tutte le misure come in un qualsiasi negozio di abbigliamento».
Next Post
Recover your password.
A password will be e-mailed to you.