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I social network, nati per creare o coltivare rapporti sociali, se non utilizzati nella maniera più corretta o con il giusto stato d’animo, possono essere fonte di isolamento, disagio e addirittura depressione, soprattutto tra i più giovani.
I nativi digitali sono, infatti, sempre più connessi, si scambiano informazioni e si confrontano, mettendo in mostra se stessi e la propria vita. Molto spesso però succede che il confronto diventa competizione: la tendenza a monitorare la vita degli altri può portare i teenager a sviluppare veri e propri stati depressivi. Può succedere anche che chi trascorre molto tempo sui social media, arrivando a privilegiare le relazioni virtuali a quelle umane, finisca per diventare dipendente del mezzo, rischiando di aumentare il senso di isolamento e quindi il rischio di sviluppare un disagio.
E’ proprio per far fronte a questo pericolo che nasce Itachat, una chat-line per il momento attiva su Facebook che permette ai giovanissimi di comunicare con volontari specializzati e trovare così il sostegno di una linea d’ascolto sempre a disposizione. L’iniziativa è stata messa a punto da qualche anno da Progetto Itaca Onlus, un’associazione di volontari impegnata nel campo della salute mentale, nata a Milano nel 1999 e divenuta nazionale con il tempo grazie all’apertura di numerosi sedi in tutta Italia, con l’intento di attivare progetti di informazione/sensibilizzazione, riabilitazione e inserimento lavorativo delle persone affette da disturbi mentali, garantire sostegno alle loro famiglie e realizzare interventi di prevenzione rivolti alla popolazione, in particolare ai giovani. Una realtà associativa che con il tempo ha saputo adeguarsi ai nuovi bisogni, come la dipendenza dal web o la cosiddetta depressione da Facebook.
«I teenagers con scarsa autostima possono sviluppare stati depressivi se pensano, ad esempio, di non avere un numero adeguato di amici», spiegano i promotori dell’iniziativa Itachat, «oppure se vedono post e foto che li fanno sentire impopolari o in imbarazzo, mettendo a rischio la loro reputazione nel gruppo dei pari, aumentando il loro senso di insicurezza e frustrazione».
Ricordando gli impressionanti dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel rapporto Health for the world’s adolescents (2014), secondo cui la depressione è la causa principale di malattia e disabilità tra i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 19 anni, la Onlus sottolinea tuttavia anche le potenzialità degli stessi social media.
«Gli stessi social media possono però rivelarsi utili alleati nella lotta contro i disturbi della psiche», prosegue la Onlus in una nota. «Facebook & Co. possono trasformarsi da catalizzatori di disturbi d’ansie e di depressione in strumenti ideali per la ricerca di sostegno in caso di disagio mentale».
A dare ragione a Progetto Itaca Onlus sono i numeri dell’iniziativa Itachat: gli utenti della chat-line sono infatti passati dai 1.400 del 2013 ai 1.600 del 2014.
«L’utenza che ci scrive è variegata», rivela un volontario del Progetto Itaca Onlus, «da ragazzi giovani a persone di età più avanzata, ognuno con il suo modo di scrivere. É più difficile entrare in empatia con le persone perché non abbiamo a disposizione la voce, ma il risultato è allo stesso modo molto efficace. Penso che l’aiuto tramite internet possa essere il futuro, soprattutto per la semplicità di accesso: chi oggigiorno non ha una connessione internet? Più persone accedono ad internet, più hanno la possibilità di chiedere aiuto».
Per usufruire del servizio per il momento è sufficiente aggiungere come “amico” su facebook uno dei tanti contatti di Progetto Itaca – “Progetto Itaca Azzurro”, “Progetto Itaca Grigio”, “Progetto Itaca Fucsia”, “Progetto Itaca Marrone” e “Progetto Itaca Arancione” – e comunicare con uno dei volontari specializzati della Onlus.
Obiettivo a lungo termine dell’associazione è, invece, lo sviluppo di un vero e proprio canale online apposito, affinché Progetto Itaca possa offrire a chi ha bisogno uno strumento flessibile, discreto e affidabile per trovare una voce amica nei momenti più difficili, da affiancare al già esistente indirizzo e-mail ([email protected]) e alla linea telefonica, che mette a disposizione un numero verde (800.274.274) raggiungibile 6 giorni su 7 e che nel 2014 ha ricevuto quasi 13.000 chiamate.
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