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Titolo originale: Billy Elliot
Regista: Stephen Daldry
Durata: 110 minuti
Premi: Un nastro d’argento
Billy Elliot è ragazzino inglese con la grande passione per la danza che lo aiuta a emanciparsi dalla dura condizione di figlio di una famiglia di minatori, condannato alla miseria e alla povertà.
Il film narra delle vicende di questo ragazzino che vive in un villaggio minerario del Nord dell’Inghilterra. L’azione si svolge per intero durante il mitico sciopero dei minatori inglesi tra il 1984 e il 1985. Anche la famiglia di Billy è mobilitata per lo sciopero.
Al contesto caratterizzato dalle tensioni socio-economiche si contrappone il mondo di Billy che balla, balla e non si ferma più. I piedi si muovono irrefrenabilmente, le gambe saltano, tutto il corpo si agita e allora Billy si distacca dalle cure quotidiane: non ci sono più padri disperati, fratelli violenti, picchetti, poliziotti e manganelli. C’è solo un corpo che salta, un corpo che si dimena, una felicità palpabile, pura “elettricità”.
La scelta del film si basa su alcuni elementi forti: il talento di un bambino di 11 anni, la fiducia nelle proprie doti, la sua battaglia per affermarlo, lo scontro con la famiglia che non accetta questa insana passione e con il sistema socio-culturale (la danza è per sole donne), le oppressioni.
Il film mette in evidenza tre tipologie di oppressioni: quella di classe, generazionale e di orientamento sessuale.
Altro messaggio di significativa importanza è la solidarietà: i minatori si rendono conto del talento di Billy e riescono con una colletta a racimolare il necessario per sostenere gli studi di danza!
Concludiamo con una riflessione stimolata da Vincent Van Gogh: “Se senti una voce dentro di te che dice ‘non puoi dipingere’, allora a tutti i costi dipingi e quella voce verrà messa a tacere”.
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