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Direttamente da Napoli riparte il futuro della Blue Economy. Con 5,4 milioni di persone impiegate e un valore aggiunto lordo creato di quasi 500 miliardi di euro l’anno, il mare rappresenta una risorsa strategica per sviluppare occupazione, nuove professioni, economia, ricerca tecnologica e scientifica nel rispetto e nella valorizzazione e promozione dell’ambiente. Questo è quanto emerso dall’evento “Orizzonte Mare: Ricerca, Innovazione e Formazione” che si è svolto pochi giorni fa nel capoluogo campano.
Durante le due giornate sono stati presentati i risultati di due importanti e innovativi progetti, Pitam, piattaforma tecnologica avanzata per rilievi di parametri geofisici e ambientali in mare, e Stigeac, sistemi e tecnologie integrate per il rilevamento e monitoraggio avanzato di parametri geofisici ed ambientali in aree marino-costiere, realizzati dall’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero (Iamc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e da So.Pro.Mar., società di armamento di navi oceanografiche dal 1982, che si inseriscono nel Programma Operativo Nazionale (PON) “Ricerca e Competitività” 2007-2013 a cura del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) e in Parfarm (Potenziamento delle attività di ricerca e formazione sull’Ambiente Marino nel Meridione d’Italia).
«L’impegno complessivo», dichiara Ennio Marsella dell’Iamc-Cnr, coordinatore scientifico di Parfamar, «è stato di 67 milioni di euro, 41 dei quali dedicati a Pitam e Stigeac con un sostegno di 23 milioni per il Cnr: investimenti importanti, in linea con quelli dei maggiori progetti europei».
Si tratta di progetti, come chiarisce Massimo De Lauro, responsabile formazione Pitam: «capaci di coniugare l’iniziativa pubblica e privata per lo sviluppo scientifico ed economico dell’Italia meridionale, e rappresentano un punto di sintesi fra ricerca scientifica e tecnologica nel settore delle scienze marine. Ciò si traduce nella “Crescita Blu”, ovvero la strategia europea che individua ambiti di azione quali acquacoltura, turismo costiero, biotecnologie marine, energie degli oceani ed estrazione mineraria nei fondali marini, con prospettive in termini di valore aggiunto lordo e occupazione considerevoli. Entro il 2020 i posti di lavoro potrebbero auspicabilmente raggiungere i 7 milioni e il valore aggiunto lordo potrebbe complessivamente arrivare a 600 miliardi di euro secondo stime ministeriali».
Le misure di politica integrata, a livello comunitario, prevedono un maggiore impulso oltre che nella conoscenza oceanografica, anche nella pianificazione dello spazio marittimo e nella sorveglianza integrata, attraverso varie azioni quali: la mappatura completa del fondale dei mari europei entro i prossimi cinque anni, la creazione di una piattaforma informativa accessibile in rete sui progetti di ricerca nazionali e internazionali e di un forum tra gli operatori, per lo sviluppo di un modello condiviso tra impresa e ricerca scientifica.
Pertanto, la collaborazione tra Iamc-Cnre So.Pro.Mar. costituisce un’eccellenza scientifico-tecnologica per la valorizzazione e promozione dei beni culturali marini, per l’attività industriale e per combattere i rischi ambientali.
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