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Istat: “una persona su 4 a rischio povertà in Italia”

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In Italia oltre una persona su quattro è a rischio povertà o esclusione sociale nel 2014. Rappresentano il 28,3% della popolazione, secondo la stima dell’Istat, un dato stabile rispetto al 2013. Nello specifico, il 19,4% è a rischio povertà, l’11,6% vive in famiglie gravemente deprivate e il 12,1% in famiglie a bassa intensità lavorativa.

La stabilità dell’indicatore risulta dal calo delle persone in grave deprivazione (al 12,6%) e dall’aumento di quelle che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa. Le famiglie dove componenti tra i 18 e i 59 anni hanno lavorato meno di un quinto del tempo salgono, infatti, dall’11,3% del 2013 al 12,1% nel 2014. L’aumento della bassa intensità lavorativa ha interessato, in particolare, gli individui in famiglie che vivono nel Mezzogiorno (la stima va dal 18,9% al 20,9%) o in famiglie numerose: coppie con figli (dall’8,3% al 9,7%), soprattutto minori (dal 7,5% all’8,9%), e famiglie con membri aggregati (dal 17,8% al 20,5%).

Per il secondo anno consecutivo, il calo della grave deprivazione è determinato dal fatto che scendono le quote di individui in famiglie che, se lo volessero, non potrebbero permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 13,9% al 12,6%), una settimana di ferie all’anno lontano da casa (dal 51,0% al 49,5%) o una spesa imprevista pari a 800 euro (dal 40,2% al 38,8%).

Migliora lievemente, invece, il rischio di povertà o esclusione sociale nel Mezzogiorno. L’Istat stima che sono a rischio il 46,4% delle persone nel 2014, mentre nel 2013 erano il 48%. Rimane profonda la distanza dal Nord Italia, dove la quota cala al 17,3% della popolazione e dal Centro (22,8%). Inoltre, il reddito medio al Sud si attesta a un livello inferiore del 17% al dato nazionale, 20.188 euro l’anno (circa 1.682 euro al mese) e vi è una maggiore disuguaglianza.

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