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E’ quanto prevede il progetto promosso dalla società svedese in collaborazione con Save the children e Unicef.
Simpatici peluches in grado di realizzare i sogni di due tipologie di bambini: quelli più poveri e impossibilitati a frequentare le scuole e quelli più fortunati e creativi. E’ questo il duplice obiettivo della “Soft toys drawing competition”, la sfida lanciata da Ikea ai propri clienti più piccoli che hanno avuto la possibilità di vedere i loro disegni prendere vita.
Prendendo spunto dai simpatici, colorati e strampalati “mostri” realizzati sulla carta dai giovanissimi creativi, il colosso svedese ha realizzato altrettanti pupazzi di pezza gratificando gli sforzi dei bambini.
Ed è così che sugli scaffali londinesi sono apparsi centinaia tra pipistrelli, dinosauri, uccelli, tigri e altri animali non meglio identificati. Gli stessi soggetti che saranno, come ogni anno, protagonisti di un libro che racconterà le loro avventure.
Ma non solo. La competizione lanciata da Ikea ha anche un più nobile obiettivo, quello di finanziare la campagna per l’istruzione promossa da Save the children e Unicef.
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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