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Clima: i potenti del mondo a confronto sull’inquinamento

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Verrà presentato oggi a Bonn (Germania) il rapporto sull’impegno delle singole nazioni sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Si tratta di uno studio condotto da 18 Ong, tra cui Christian Aid, Oxfam, the International Trade Union Confederation e WWF International, ed elaborato a due mesi dal summit Onu sul clima di Parigi. A partire da oggi e fino al 23 ottobre, infatti, la città tedesca ospiterà i colloqui tra 200 nazioni per preparare la bozza dell’intesa che dovrà essere firmata a Parigi.

Il dossier – che punta il dito contro Usa, Europa e le nazioni ricche in generale, mentre promuove a sorpresa la Cina, nonostante l’aria delle grandi città come Pechino sia irrespirabile, e dei Paesi emergenti – evidenzia come gli impegni assunti dai singoli Paesi siano insufficienti per rispettare l’obiettivo di un aumento di 2 gradi della temperatura entro il 2100 e che invece a quella data la temperatura aumenterà di 3 gradi.
Eppure l’incremento limite di 2 gradi è considerato la soglia per scongiurare l’innalzamento degli oceani o letali ondate di calore e un grado in più può fare la differenza.

Finora circa 150 nazioni hanno depositato i loro piani ma dal rapporto emerge che i ricchi potrebbero permettersi di spostare i consumi dai combustibili fossili a energie più pulite. Dai dati forniti, seppur difficilmente comparabile dal momento che i governi non hanno adottato sistemi uniformi di misurazione delle emissioni, si stima che Usa e Ue hanno promesso circa 1/5 di quanto avrebbero dovuto e il Giappone 1/10.  Sul fronte opposto la Cina, il massimo inquinatore del mondo insieme all’America, secondo lo studio si è impegnato a fare di più di quanto dovrebbe.

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