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Le porte delle case genovesi si apriranno per accogliere gli immigrati. E’ quanto prevede una convenzione attivata dal Comune ligure con il Forum del Terzo Settore che riconoscerà 400 euro al mese per vitto e alloggio alle famiglie coinvolte.
A renderlo noto è l’assessore comunale alle politiche sociali Emanuela Fracassi. «Stiamo lavorando col Forum del Terzo Settore per favorire l’accoglienza nelle famiglie genovesi sulla base dell’esempio del Comune di Asti», ha spiegato in commissione consiliare, «dove sono iniziate le prime convenzioni tra enti del Terzo settore e le famiglie. Le esperienze che stanno funzionando sono all’80% omoculturali, famiglie con la stessa cultura d’origine del profugo».
Il Comune di Genova dedicherà una sezione del proprio sito web al tema dell’accoglienza profughi al fine di promuovere una corretta informazione, dissipare dubbi ed evitare il proliferare di luoghi comuni. Per ciò che riguarda la prima accoglienza con l’ultima circolare ministeriale i postidestinati ai richiedenti asilo sono 3926, di cui 2914 già attivi.
«Il centro di prima identificazione a Genova è attivo a Campi in una struttura convenzionata con il Terzo settore», spiega Fracassi. «Stiamo ragionando sulla possibilità di avere più hub in Liguria, magari uno per ciascuna provincia». La metà dell’accoglienza a Genova è gestita da enti religiosi.
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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