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Una medaglia d’oro al valor civile alla memoria di Don Giuseppe Puglisi. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha omaggiato ieri mattina al Quirinale Francesco e Gaetano Puglisi, i due fratelli del noto sacerdote palermitano ucciso dalla mafia nel giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993, all’età di 56 anni.
«La battaglia di Don Puglisi contro la mafia è un’eredità di cui tutti noi palermitani andiamo orgogliosi» ha commentato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari partecipando alla cerimonia di consegna della medaglia d’oro. «A 22 anni da quel vile agguato oggi lo Stato rende omaggio prima di tutto a un educatore che grazie alla sua opera ha regalato ai giovani e ai suoi allievi nelle scuole, me compresa, la cultura del coraggio e della legalità. Un ringraziamento va al Presidente Sergio Mattarella e ad Angelino Alfano che con la sua azione determinata come Ministro dell’Interno sta combattendo con indubbia efficacia il fenomeno mafioso».
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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