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A fornire le stime è l’associazione Petcore Europe che, sull’analisi di un sondaggio europeo condotto tra i protagonisti del processo di raccolta, smistamento e riciclo del Pet, evidenzia come lo scorso anno sono state raccolte, in numeri assoluti, 1.8 milioni di tonnellate di bottiglie e contenitori in Pet (su un totale di 3,1 milioni presenti sul mercato), con un aumento del 6.8% rispetto all’anno precedente.
«Il Pet è il materiale plastico più riciclato in Europa», ha spiegato il direttore esecutivo di Petcore, Patrick Peuch, «ma possiamo fare ancora di più per contribuite all’economia circolare europea, soprattutto dal momento che stanno aumentando gli impieghi collegati al ciclo del Pet».
Il sondaggio mette in luce anche un aumento della domanda di Pet che, nel 2014, è aumentata del 4,8%.
«Dobbiamo coinvolgere maggiormente le aziende e i consumatori», ha aggiunto Peuch. «È fondamentale sensibilizzare i consumatori sull’importanza della raccolta e del riciclo di questo materiale, in linea con i principi dell’economia circolare promossa dalla Commissione europea».
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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