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Le ossa fossilizzate di una specie umana finora sconosciuta, ritrovate tra il 2013 e il 2014 in una grotta in Sudafrica, aprono nuovi scenari nella ricerca sull’evoluzione dell’uomo.
La notizia è apparsa oggi sulla rivista specializzata eLife dove il professore Leo Berger dell’Università Witwatersrand di Johannesburg, a capo di un gruppo di ricercatori che sono a lavoro sui resti dei 15 corpi rinvenuti, spiega l’importanza della scoperta di “una nuova specie dei nostri avi”.
Si tratta dell’Homo Naledi (Stella) – che prende il nome dalla grotta all’interno della quale sono stati ritrovati una quindicina di scheletri tra bambini, donne e uomini – un nostro lontano avo, alto in media un metro e mezzo, del peso di 45 chili, con un cervello piccolo e un corpo slanciato. Ancora difficile, invece, datare i resti che, stando ai primi studi potrebbero essere collocati temporalmente tra 100 mila e 2 milioni di anni.
«È una stranezza: aveva tratti moderni insieme a caratteristiche più arcaiche», commenta Chris Stringer del Museo di storia naturale di Londra, dove un calco del teschio dell’Homo Naledi sarà in esposizione il 25 settembre nella Notte europea dei ricercatori, per poi entrare a far parte, a fine anno, della nuova galleria dell’evoluzione umana del museo.
Secondo i ricercatori, i reperti recuperati sono solo una parte di quelli ancora da dissotterrare nella grotta presso Maropeng, non lontano da Johannesburg, in un’area che l’Unesco ha inserito nel Patrimonio dell’umanità per la straordinaria ricchezza dei reperti dei nostri più antichi progenitori.
Foto National Geographic
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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