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Il documento è stato presentato da Pia Locatelli, coordinatrice del gruppo di lavoro parlamentare “Salute globale e diritti delle donne”. La mozione impegna il governo: “a dare attuazione alla risoluzione Onu contro i matrimoni di minori, precoci, forzati; a sostenere a livello globale una rinnovata campagna per prevenire ed eliminare questa pratica che viola i diritti umani delle bambine; a sostenere finanziariamente programmi e progetti di cooperazione internazionale per la prevenzione e l’abbandono dei matrimoni di minori, precoci e forzati”.
Sebbene il fenomeno delle spose bambine sembri distante anni luce dalla nostra società, infatti, anche l’Italia non è estranea a simili fenomeni, come evidenziato dalla Locatelli durante il suo intervento sugli scranni parlamentari.
«Sono 146 i paesi dove le ragazze possono sposarsi al di sotto dei 18 anni e in ben 52 paesi possono farlo anche prima di compiere i 15 anni», ha spiegato l’onorevole. «Ma anche dove la legge lo impedisce, si verificano casi limite di matrimoni combinati con bambine anche di 8 o 10 anni. Si tratta di una vera e propria pedofilia legalizzata che coinvolge ogni anno 15 milioni di ragazze. Questa pratica crudele è diffusa in molti Paesi del mondo, in particolare in Asia meridionale e in Africa sub-sahariana, ma interessa anche la stessa Italia dove i dati, pochi e non ufficiali, parlano di 2 mila ragazze, anche nate nel nostro Paese, ma costrette a sposarsi negli stati di origine».
Soddisfazione per la decisione del Parlamento italiano è stata espressa dall’associazione Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo). «La mozione approvata dalla Camera dei deputati», evidenzia il presidente Maria Grazia Panunzi, «costituisce una tappa nel percorso del governo italiano volto a promuovere i diritti delle ragazze e a contrastare, pertanto, le pratiche dannose come i matrimoni forzati e/o precoci, così come le mutilazioni genitali femminili, ed è una tappa del lavoro del gruppo parlamentare per il quale Aidos svolge il segretariato. Sebbene importante questa mozione, poiché richiama il governo italiano ad assolvere impegni assunti in ambito internazionale», aggiunge però la responsabile dell’associazione, «è importante sottolineare che gli impegni politici devono essere supportati da impegni finanziari volti a promuovere attività concrete che permettano di avviare utili azioni pilota».
Sono nata ad Avezzano (L’Aquila) sotto il segno dell’acquario, il 18 febbraio 1981, e dal 2009 vivo a Montesilvano (Pescara). Socievole, chiacchierona e curiosa dalla nascita, ho assecondato questa naturale inclinazione laureandomi a 24 anni in Scienze della Comunicazione a Perugia e scegliendo il giornalismo come ragione di vita prima ancora che come professione. Dopo diverse esperienze come giornalista di carta stampata e televisiva, dal 2012 mi occupo di cronaca per il quotidiano abruzzese il Centro, oltre a curare diversi progetti come freelance. Tra le mie più grandi passioni, oltre alla scrittura, ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema, che nel 2011 mi hanno portato a realizzare, come coautrice, un documentario internazionale sulla figura della donna nell’area del Mediterraneo. Dall’estate 2015 ho il privilegio di dirigere il portale Felicità pubblica. Indipendente, idealista e sognatrice, credo nella famiglia, nell’amore, nell’amicizia e nella meritocrazia e spero in un futuro lavorativo migliore per i giovani giornalisti che, come me, preferiscono tenere i sogni in valigia piuttosto che chiuderli in un cassetto.
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