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Crazy – la follia nell’arte contemporanea

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Il suggestivo Chiostro del Bramante, nel cuore di Roma, è lo scenario che ospita Crazy – la follia nell’arte contemporanea, una mostra a cura di Danilo Eccher, che tanto successo ha riscosso in questi mesi e che sarà possibile visitare fino al prossimo 8 gennaio 2023.
Si tratta di un grande percorso espositivo con oltre 11 installazioni site-specific pensate e realizzate da 21 artisti di rilievo internazionale.
La pazzia che rompe gli schemi, fugge da ogni rigido inquadramento, si ribella alle costrizioni; la pazzia che disorienta, stupisce, colpisce, emoziona, inquieta.
Il curatore della mostra racconta: “Dopo due anni di pandemia vogliamo dare voce alla creatività, libera, intesa come allegria e il colore è capace benissimo di impastarsi con l’allegria”.
Ed è proprio quello che accade appena si mette piede nel chiostro, una esplosione di creatività e di meraviglia, a partire dalla scalinata di Ian Davenport, invasa da una colata di vernice multicolore o dal pavimento specchiato, che riflette in modo frammentario il profilo del chiostro e anche noi stessi.
Una volta varcata la soglia ci si ritrova poi catapultati in un percorso coinvolgente e dinamico, tra grovigli di farfalle nere (allestite da Carlo Amorales), luci che si accendono ad intermittenza come per un’anomalia elettrica, fiori giganti che pendono sottosopra, specchi che riflettono noi stessi dal soffitto, sovvertendo la realtà, modificando la percezione dello spazio e poi ancora: corridoi bui in cui perdersi e perdere ogni certezza, alla ricerca di uno spiraglio, di una via d’uscita, soffitti e pareti variopinti e morbidi in cui entrare in punta di piedi, come nella tana del bianconiglio.
Personalmente, una delle cose che mi hanno colpita di più pur nella loro semplicità, sono i neon di Alfredo Jaar, visibili sia all’interno che all’esterno del chiostro, in primis “Be afraid of the enormity of the possible” o “Vogliamo tutto”.
Una mostra geniale in cui nulla è prevedibile, ordinario ma tutto è sorpresa, scoperta, gioco e meraviglia. Installazioni che possono inquietare anche o rendere ansioso chi soffre di claustrofobia; io mi sono sentita assolutamente a mio agio, forse troppo e questo dovrebbe farmi riflettere… scherzi a parte, straconsigliata anche a chi nutre dubbi verso l’arte contemporanea.
Vi consiglio di portare le cuffiette e usufruire della guida gratuita: verrete cullati da una splendida voce narrante che non si limita a spiegare le opere ma suggerisce analisi di lettura e invita a lasciarsi trasportare, almeno per un po’, dalla follia.
"Inside Banksy: Unauthorized Exhibition" - A Firenze una mostra immersiva
Pupo di zucchero di Emma Dante

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