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Una discoteca a Glasgow ha pensato di sfruttare il calore delle persone per produrre energia, dimostrando ancora una volta che possiamo vivere e divertirci anche in modo sostenibile.
Sappiamo che il sole, il vento, l’acqua, come altri elementi naturali, possono essere sfruttati come fonti di energia alternativa per produrre corrente elettrica ma l’idea del sudore umano è una totale novità.
L’idea sta prendendo piede nelle discoteche più famose della città scozzese, dove si è pensato a un modo per sfruttare il calore umano delle persone in movimento sulle piste da ballo per produrre energia con cui alimentare gli stessi locali.
Questo progetto si chiama BodyHeat. Il calore umano è energia termica e durante il ballo sappiamo che di calore ne viene sprigionato parecchio. Invece di sprecarla, tutta questa energia viene catturata e conservata nei sotterranei del locale fino a quando il suo utilizzo non è necessario. Il sistema di condizionamento dell’aria di solito cattura l’aria calda emanata dagli avventori del locale buttandola all’esterno, il sistema BodyHeat invece raccoglie il calore che riscalda le rocce presenti nel sottosuolo che poi conservano l’energia termica trasformandosi in batteria di riserva. In questo modo il sistema permette di eliminare 70 tonnellate di emissioni di CO2 l’anno.
Oltre al raggiungimento della neutralità carbonica nei prossimi anni la discoteca scozzese si impegnerà ad abolire tutta la plastica e a creare un’area verde destinata alla crescita di piante locali in modo da proteggere anche la biodiversità, e offrirà ai propri clienti solo cibi e bevande prodotti da fonti sostenibili. Insomma, una salvaguardia completa dell’ambiente.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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