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Polemiche sui vaccini? No grazie

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Quante polemiche più o meno legittime siamo stati costretti a sopportare dall’inizio della pandemia ad oggi? Una marea: dalla DAD alle varie restrizioni, dai green pass ai famigerati vaccini. Su quest’ultimo punto ne abbiamo sentite di ogni, complice sicuramente un cattivo utilizzo dei social, terreno fertile per coltivare aggressività e rabbia, facendo leva sulle nostre paure più ancestrali.

Si potrebbe aprire un intero capitolo su questa questione e non è questo l’obiettivo dell’articolo, ma intanto vorrei segnalarvi il libro “Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social” del giornalista Jaron Lanier, una riflessione cinica ma davvero lucida sul funzionamento di questa grande macchina definita “totalitarismo cibernetico”. Secondo l’autore, Facebook e company distorcono il nostro rapporto con la verità rendendoci sempre meno empatici, iperconnessi eppure lontani. Perché questa premessa? Non che la colpa sia solo dei social media (o forse sì) ma, volenti o no, ci siamo schierati tutti, vaccinati contro non vaccinati e tra questi ultimi sono saliti alla ribalta i negazionisti, i complottisti e tutta una serie di soggetti che hanno usato un’arma vecchia come il mondo: la violenza.

Eppure c’è anche un’altra categoria di persone che non fa notizia, che non è schierata politicamente e che diffonde un messaggio diverso, fatto di consapevolezza e di apertura al dialogo.

Ho chiesto ad Andrea Giavara, operatore olistico che esercita le sue competenze tra Abruzzo e Marche, di aiutarmi a capire le sue ragioni e di chi, come lui, non ha ancora fatto il vaccino. Andrea e io siamo amici da molti anni, seguo con piacere le sue attività e ora mentre scrivo ricordo che a settembre 2020 è stata la prima persona che ho riabbracciato dopo mesi di chiusura forzata. Che bella coincidenza.

Ci siamo fatti una bella chiacchierata seduti in un parco, totalmente immersi nella natura. Con lui anche altri operatori (Mauro Barca e Caterina La Pietra) e Alessandra Gorgoglione, insegnante di yoga. Da questo punto di vista hanno voluto giocare sporco, io pratico yoga da diversi anni e sono affascinatissima dalla cultura e dalla filosofia orientale. Non vale! Scherzi a parte, è stata una chiacchierata proficua, interessante, senza nessun accento polemico pur appartenendo, agli occhi del mondo esterno, a schieramenti contrapposti: vaccinata io, non vaccinati loro.

Andrea esordisce dicendomi che da libero cittadino, nell’espressione della libertà costituzionalmente riconosciutagli, ha deciso di non vaccinarsi o quanto meno di aspettare prima di farlo.

Le motivazioni? Studio e riflessioni personali frutto di osservazioni fatte anche da una parte del mondo scientifico. Mi parla del premio Nobel Luc Montagnier, del medico Stefano Montanari e di Robert Malone, l’inventore dei vaccini mRNA. Mi parla di Vaccinopoli, libro del medico Domenico Mastrangelo, che non conosco ma che andrò sicuramente a spulciare.

“Osservo la natura, come le erbe muoiono e rinascono, sono affascinato dai cicli della natura e anche questo ciclo pandemico sta per volgere al termine”.

Il messaggio che Andrea e gli altri operatori vogliono lanciare è un messaggio sano, positivo, condivisibile o meno certo, ma è un messaggio di luce che punta a diffondere uno stile di vita sano, fatto di buon cibo, erbe spontanee, integratori naturali (come la lattoferrina e la quercetina che aiutano a proteggere i polmoni), vitamina C, yoga, meditazione, passeggiate in mezzo alla natura, per mantenere alte le frequenze energetiche e allontanare stress, paura e ansia che (lo dice la scienza) abbassano le nostre difese immunitarie. E sono tutte informazioni che vengono divulgate poco e male.

Mi parlano anche della diffusione delle scuole parentali, che ammetto di non conoscere, in cui oltre alla formazione classica ai bambini si insegnano competenze trasversali e le lezioni si tengono all’aperto, con l’aiuto di genitori che mettono a disposizione le proprie conoscenze.

Quando chiedo ad Andrea se si è sentito discriminato in questi mesi per la sua scelta mi risponde sorridendo che nel pomeriggio, prima del nostro incontro, aveva organizzato all’aperto in un parco a Pescara una bellissima meditazione di gruppo per la non violenza e l’unione. Bè, direi che mi ha risposto comunque!

La pandemia come occasione di scontro e violenza o come opportunità per lavorare su di sé. Punti di vista. A noi la scelta.

Vi starete chiedendo se a fine intervista restiamo fermi nelle nostre scelte? Probabilmente sì, eppure ci siamo ascoltati, ci siamo aperti al dialogo e allo scambio. Forse dopotutto, l’obiettivo era proprio questo.

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