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Cop26, cruciale per il clima, si terrà a Glasgow

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La Cop26, come avevamo scritto, avrebbe dovuto tenersi lo scorso anno ma, a causa della pandemia da Covid 19, era stata rimandata all’anno successivo e infatti ci siamo.

Ecco quindi che l’appuntamento per la Cop26 a Glasgow, in Scozia, è stato fissato dal 31 ottobre prossimo al 12 novembre di quest’anno.  Come ormai sappiamo, con Cop si intende la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e la prossima sarà, appunto, la ventiseiesima.

Se con la Cop 21 di Parigi erano stati fissati dei paletti e degli obiettivi da raggiungere per cercare di arginare il surriscaldamento del nostro pianeta, non solo non sono stati raggiunti quei traguardi ma, in generale, gli Stati che si erano impegnati non hanno in realtà costruito nulla di concreto. Anzi, alcuni – come gli USA sotto la presidenza Trump o il Brasile di Bolsonaro – hanno addirittura peggiorato la situazione, concedendo l’apertura di miniere di carbone a cielo aperto e facendo un uso intensivo di carburanti fossili. Hanno così creato concentrazioni di CO2 che hanno influito molto sul surriscaldamento di mari, Oceani e calotte glaciali.

Gli obiettivi della Cop26 sono piuttosto ambiziosi ma decisamente urgenti, come diversi capi di Stato hanno sottolineato, asserendo che proprio adesso e subito è necessario intervenire per salvarci.

Ecco quindi, per sommi capi, quali sono gli interventi a cui ogni Paese è tenuto ad adempiere:

  • Azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 (accelerare il processo di dismissioni dal carbone, ridurre la deforestazione, accelerare la transizione verso i veicoli elettrici e incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili);
  • Attivarsi per la salvaguardia delle comunità e degli habitat (proteggere e ripristinare gli ecosistemi e costruire difese, infrastrutture e lavorazioni agricole più resilienti per la salvaguardia delle vite umane);
  • Mobilitare i finanziamenti per raggiungere i traguardi e tutti i Paesi sviluppati dovranno mantenere l’impegno di immettere nel sistema 100 miliardi l’anno;
  • Collaborare perché solo lavorando tutti insieme sarà possibile affrontare le sfide che la crisi climatica ci pone e quindi dobbiamo tutti accelerare il più possibile le regole, peraltro già definite – ma mai osservate – della Cop21 di Parigi.

In particolare, il nostro Paese, si è reso attivo costituendo una vera e propria partnership con il Regno Unito, per unire le forze e incoraggiare i Paesi partecipanti.

Non a caso il presidente del Consiglio Mario Draghi pochi giorni fa ha affermato che è molto urgente il problema dell’ambiente e, citando le parole di Papa Francesco, ha dichiarato: «Siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore».

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