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Qualcuno di voi si è mai chiesto che fine fanno le zanzare in inverno? Onestamente, a me il pensiero è balenato in testa, ma ho pensato che, a causa delle basse temperature, semplicemente i nostri mal tollerati “vampiri” morissero e avessero quindi una vita piuttosto breve, un po’ come le farfalle.
Bene, se qualcuno lo ha pensato come me, sono costretta a disilluderlo: le zanzare comuni e le anofele entrano in una specie di letargo, chiamato diapausa. Dal momento che questi insetti non sopravvivono sotto i 23 gradi, il loro organismo si mette in stand by, situazione in cui l’insetto non si muove, non si nutre e non cresce.
Ecco quindi che in questo stato letargico, le zanzare riescono a superare l’inverno (purché non oltre i sei mesi), mettendosi al riparo in luoghi appartati come cavità costituite da grotte o tronchi cavi, oppure in luoghi costruiti dall’uomo purché poco frequentati, come cantine, solai o garage.
Mentre la zanzara tigre non ce la fa a sopravvivere essendo di origine tropicale, perle uova deposte la sopravvivenza è molto più facile; infatti resistono a ogni temperatura per poi schiudersi in primavera. Non è quindi un caso se le femmine, nel periodo autunnale, depongono uova in continuazione.
Intendiamoci, le zanzare hanno anche la loro buona utilità: intanto sono insetti impollinatori e provvedono quindi alla riproduzione delle piante; inoltre fanno la loro parte anche nella catena alimentare: le larve delle zanzare rappresentano infatti la principale fonte di nutrimento per piccoli animali come pesci d’acqua dolce e anfibi.
Comunque, se le temperature invernali fossero davvero rigide come in passato, le zanzare in inverno potrebbero sparire, non fosse che le temperature medie si sono alzate e soprattutto si stia registrando l’arrivo di nuove specie molto più resistenti al freddo, come la Aedes japonicus dal Giappone o la Aedes koreicus dalla Corea.
Queste nuove zanzare, di fatto spostano il momento in cui le zanzare si ritirano per la diapausa, ed è per questo motivo che ce le ritroviamo attorno fino a ottobre inoltrato e addirittura, se le condizioni sono favorevoli, in inverno.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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