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Maneskin: sono fuori di testa, ma la cocaina non c’entra

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Sono belli, giovani, talentuosi e un po’ fuori di testa. Del resto, lo cantano loro stessi sottolineando che non ci tengono a starsene “zitti e buoni”. E zitti sicuramente non lo sono stati, come al contrario avrebbe fatto bene a fare qualche mio collega francese.

Avrete già capito che parlo dei Maneskin, la band italiana che, dopo aver portato a casa il primo posto al Festival di Sanremo, nei giorni scorsi ha trionfato anche all’Eurovision Song Contest. Peccato, però, che a riempire i titoli dei giornali non sia stato semplicemente il loro meritatissimo (a mio avviso) successo, quanto piuttosto le ombre e il fango gettati sul frontman Damiano. A poche ore dalla vittoria, infatti, un giornale francese ha accusato il cantante dei Maneskin di aver assunto cocaina. E come se non bastasse, di averlo fatto addirittura in eurovisione, davanti alle telecamere che riprendevano l’esultanza della band.

Che il successo o, peggio ancora, la dipendenza dalla droga potesse aver spinto Damiano a fare un gesto così sconsiderato non ci ho creduto neanche un minuto. E’ bastato poi visionare il filmato per confermare immediatamente ciò che in fondo già sospettavo: il cantante dei Maneskin in quelle immaginavi non stava affatto pippando.

Del resto, non serve essere dei consumatori di droga per rendersene conto. Basterebbe aver visto anche solo la scena di qualche film in cui qualcuno fa uso di cocaina per comprendere come quel movimento rapido in cui Damiano abbassa la testa verso il tavolo, coperto parzialmente da un cestello per bevande, non potesse minimamente far pensare che stesse assumendo droga.

A confermarlo definitivamente è stato ieri il drug test al quale l’artista si è sottoposto volontariamente, risultando negativo. Ma perché tanto accanimento? C’è chi ha attribuito la macchina del fango all’ostilità storica tra italiani e francesi dal momento che, oltre ad arrivare secondi nella competizione musicale, sono stati anche i primi a mettere in giro questa voce.

O è stato semplicemente il loro atteggiamento strafottente e irreverente a sollevare quel dubbio? Mi sono chiesta: se quel gesto lo avesse fatto uno dei tre tenori de Il Volo qualcuno si sarebbe mai sognato di lanciare la stessa accusa? Sono certa di no.

Ma con i Maneskin “la musica” è diversa. Non hanno propriamente le facce da bravi ragazzi, i loro testi contengono parolacce, tirano fuori la lingua alla telecamere, si mostrano nudi e giocano sulla promiscuità dei loro rapporti. Damiano è giovane, bellissimo, è a tutti gli effetti un sex symbol eppure non ha paura di mostrarsi con gli occhi truccati, strizzato in una tutina di pelle, con i tacchi alti e di baciare sulle labbra i suoi compagni di band, Ethan e Thomas, per festeggiare la vittoria all’Eurovision.

Lui che al momento della premiazione grida che “Rock ‘n Roll never dies” (il Rock ‘n Roll non morirà mai) si atteggia a rockstar, bello e dannato come tante rockstar. Ma ciò non significa che dannato debba esserlo davvero.

Io che seguo lui e la sua band da un bel po’ sui social, invece, leggo altro sui loro volti. Leggo l’ambizione, la speranza, la determinazione di un gruppo di amici che fino a qualche anno fa cantava per strada racimolando qualche spiccio dai passanti e che oggi sta vivendo una favola bellissima. Così come leggo l’entusiasmo e l’allegria tipica della loro età, i vent’anni – quelli che ricordano di avere in un loro celebre successo – quando “dal nulla si fanno drammi”, quando “si spiega il colore a chi vede in bianco e nero”, quando “si ha zero da dimostrare” e, soprattutto, quando per essere euforici e apparire “fuori di testa” non serve la cocaina, basta semplicemente vivere e non starsene “zitti e buoni”.

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