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Sarà perché è recentemente trascorsa la XIV Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, sarà perché la programmazione di Sky influisce sulle nostre scelte, comunque ravviso la necessità di consigliare ai lettori di Felicità Pubblica la visione del film The Specials. Fuori dal comune.
Si tratta di un’originale commedia francese del 2019 di una collaudata coppia di registi – Olivier Nakache e Eric Toledano – che negli anni scorsi ha regalato titoli di qualità e di buon riscontro di pubblico: Quasi amici (2011), Samba (2014), C’est la vie – Prendila come viene (2017). Attori protagonisti Vincent Cassel e Reda Kateb – Bruno e Malik nella finzione -, due operatori sociali, amici e colleghi, ebreo il primo, musulmano il secondo, entrambi impegnati h24 nella gestione di strutture assistenziali per ragazzi con gravi patologie psichiche. Al loro fianco un folto gruppo di giovani che provengono da esperienze difficili e si impegnano a diventare “educatori”. Tutti sono al servizio di una pluralità di ragazzi problematici alle prese con i problemi delle vita quotidiana e dell’inserimento lavorativo, come Joseph, che non resiste alla tentazione di suonare l’allarme sulla metropolitana o Valentin, perso nei suoi pensieri, che indossa sempre un casco da pugile per proteggersi da improvvisi accessi di violenza autolesionistica.
L’Associazione guidata da Bruno getta il cuore oltre l’ostacolo, non si tira mai indietro, accoglie i casi più difficili, quelli a cui gli altri non sanno e non vogliono fornire risposte. Sono gli ospedali, i tribunali, i medici, le famiglie disperate a bussare alla sua porta, nella certezza che farà tutto il possibile per dare ospitalità, assistenza, aiuto anche nei casi “estremi”.
Ma questo buon lavoro non sarà sufficiente a evitare una visita ispettiva delle autorità sanitarie alla ricerca di improbabili autorizzazioni a tutela dei ragazzi assistiti. Autorizzazioni e tutele che risultano ridicole a fronte dei drammi concreti ignorati dai più; autorizzazioni e tutele che dimostrano come il “mondo delle carte” sia altro rispetto ai bisogni concreti delle persone in difficoltà; autorizzazioni e tutele che sembrano farsi beffe di Bruno e Malik ma che, alla fine, dovranno inchinarsi alla loro umanità operosa.
La narrazione, come negli altri film di Nakache e Toledano, sa miscelare con estrema sapienza momenti comici e drammatici, consapevolezza sociale e leggerezza espressiva, evitando sia la banalizzazione sia la retorica e coinvolgendo emotivamente lo spettatore. Tuttavia nelle precedenti prove questo equilibrio talora piega verso il sentimentalismo o la deriva comica per blandire il pubblico mentre The Specials mantiene sempre un tono asciutto e rigoroso, in piena coerenza con le storie narrate, senza sbavature. Gli accadimenti sono credibili, i personaggi autentici e, non di meno, la visione scorre gradevole, in una riuscita alternanza di sentimenti, dall’ansia al sorriso, dalla preoccupazione al sollievo, dal dolore alla felicità, che molto si avvicina alla vita reale. Stupenda la figura di Bruno, interpretata magistralmente da un Vincent Cassel in stato di grazia. Altrettanto riuscita quella di Malik, personaggio a cui Reda Kateb sa dare una profondità fatta di gesti e poche parole.
Infine una raccomandazione. Guardate con estrema attenzione gli ultimi cinque minuti del film e scoprirete che, per fortuna, anche le Istituzioni possono dubitare di se stesse e riconoscere il valore insostituibile del lavoro di cura, affidato alla competenza, alla sensibilità, all’umanità e talora anche all’improvvisazione di persone in carne e ossa.
Sono nato a Pescara il 18 settembre 1955 e vivo a Francavilla al Mare con mia moglie Francesca e i miei figli Camilla e Claudio. Ho una formazione umanistica, acquisita frequentando prima il Liceo Classico G.B. Vico di Chieti e poi l’Università di Padova, dove mi sono laureato in Filosofia con Umberto Curi. Il primo lavoro è stato nella cooperazione: un’esperienza che ha segnato il mio futuro. Lì ho imparato a tenere insieme idealità e imprenditorialità, impegno individuale e dimensione collettiva, profitto e responsabilità. Negli anni seguenti ho diretto un’agenzia di sviluppo locale e promozione imprenditoriale, sono stato dirigente in un ente locale, ho lavorato come consulente anche per importanti aziende globali. Oggi sono presidente di una start up cooperativa: evidentemente i grandi amori tornano di prepotenza, quando meno te lo aspetti. Nel lavoro mi piace condividere progetti, costruire percorsi inediti, fare squadra, veder crescere giovani professionalità. Amo leggere e ascoltare musica, camminare in montagna e, appena possibile, intraprendere un nuovo viaggio.
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