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Il neo presidente eletto negli USA, Joe Biden, lo aveva ripetutamente promesso durante la sua campagna elettorale: metteremo fine alle discriminazioni di genere e più in generale a quelle contro gli appartenenti alla comunità Lgbtq.
Ecco quindi che alla Camera – controllata dai Democratici – l’Equality Act è stato approvato con 224 voti a favore e 206 contrari il 25 febbraio scorso.
Ora la legge deve passare al vaglio del Senato dove, nel 2019, venne affondata dai Repubblicani poiché, secondo loro, la legge induce una violazione della libertà religiosa. Non è affatto superfluo sottolineare che al Senato il numero dei democratici è pari a quello dei repubblicani, ma nel caso di stallo esattamente alla pari, conterà il voto del Vice Presidente USA Kamala Harris.
Attualmente, solo 22 Stati su 50 e il Distretto di Colombia proibiscono discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere, ma in realtà i numeri raccontano che circa l’83% degli americani è favorevole a leggi che proteggano le persone Lgbtq. Secondo un sondaggio del Public Religion Research Institute, in questa percentuale è compresa una grossa rappresentanza di repubblicani.
La nuova legge, in definitiva, rafforza il Civil Rights Act del 1964, estendendo la protezione dei diritti civili anche alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sul’identità di genere. Protezioni che, tra l’altro, erano state confermate da una sentenza della Corte Suprema già nel 2020. Il problema tuttavia ha continuato a essere ignorato.
Pertanto il nuovo Equality Act, a tutti gli effetti non permetterà alcun tipo di discriminazione verso chi appartiene alla comunità Lgbtq (secondo un recente sondaggio Gallup, il loro numero risulta essere il 5,6% della popolazione adulta) e potrà avere diritti uguali a tutti gli altri, dalla casa al lavoro, dal credito ai servizi pubblici. Insomma, una legge civile per un Paese civile.
Sono nata a Milano il 3 giugno 1957 da genitori piemontesi. Mi sento però a tutti gli effetti milanese perché amo profondamente la mia città. Ho frequentato il Liceo Classico Omero, percorso di studi che rifarei senza alcuna remora. Amo tutta la letteratura e tutti i libri che siano degni di chiamarsi tali e possiedo una notevole libreria in casa, tant’è che ho fatto rinforzare i pavimenti.
Ho svolto nel corso degli anni praticamente tutti i lavori inerenti ad aziende di commercio alimentare, dall’import alla contabilità, alla conoscenza dei prodotti.
Sono poi passata a interessarmi di economia e finanza ma le mie passioni rimangono quelle umanistiche, in particolare la Storia. Mi piace molto scrivere, attività che ho sempre svolto con molta passione.
Adoro tutta la musica, da quella classica a quella contemporanea, da quella popolare a quella cantautoriale.
Mi diverto a cucinare i piatti della tradizione e, ahimè, oltre a cucinarli, li mangio.
Mi piacciono le sfide e amo confrontarmi con gli altri, per questo sono contenta di collaborare con Felicità Pubblica che me ne dà l’opportunità…
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