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Sono morta il 2 febbraio alle 23.08 e ho capito che non è tanto il morire in sé ma l’attesa a fare schifo. Avevo un promemoria sul telefono, ogni tre ore suonava ricordandomi “oggi muoio” e per tutto il giorno sono stata agitata, irascibile e spaventata. Quando poi mi hanno chiesto di scrivere un articolo su Civita di Bagnoregio, la città che muore, sono scoppiata a ridere pensando: ma veramente? Cioè proprio oggi? Allora forse è un segno. E poi mi sono ricordata improvvisamente che durante uno spettacolo di Daniele Timpano su Aldo Moro, visto qualche tempo fa a Pescara, lui ad un certo punto, scegliendo una persona a caso tra il pubblico, mi fissò e mi disse: tu stai morendo. Scelse me! Oddio, che ansia, che poi avrei voluto rispondergli un po’ da intellettuale “anche tu mio caro, tutti noi” ma mi pareva scortese interromperlo.
Spoiler: sono ancora viva. Ma quanto ho odiato quel piccolo esercizio e non perché fosse stupido (che poi stupido viene da stupeo, capacità di stupirsi) ma perché ho capito che filosofa non lo sono ancora per niente, dannazione. È che non mi andava proprio di morire, quel giorno. Potrei mentire e dirvi che ho affrontato stoicamente la mia ultima giornata come Socrate pronto a sorseggiare la cicuta. No, alle 23.09 consapevole del pericolo scampato (almeno per ora) mi sono rilassata con una Corona, la mia birra preferita e davvero mi sono sentita una regina. Sono viva! Sono viva, capite la bellezza?
Se quello che sto raccontando vi stuzzica sappiate che è solo uno dei diversi esercizi di fioritura personale che troverete nell’ultimo libro dei miei filosofi preferiti ovvero Andrea Colamedici e Maura Gancitano (ho parlato già di loro e del progetto Tlon qui http://www.felicitapubblica.
Il loro segreto? Parlare dritto al cuore delle persone, senza fronzoli né giri di parole, perché possiamo imparare a fiorire ma la strada non è spianata e dritta come una lunga autostrada (a meno che non la scegliate ma non vi spoilero nulla) ma è piuttosto un labirinto, fatto di bivi, incertezze, dubbi, che provocano confusione e allo stesso tempo meraviglia.
Prendila con filosofia è più di un libro, è un librogame in cui si possono scegliere diversi percorsi, nessuna strada è quella giusta, siamo noi a dover trovare la nostra personale via per rispondere alla domanda delle domande: ma io, qui, che ci sto a fare?
Per rispondere dobbiamo essere pronti a giocare “perché la filosofia è legata al gioco e alla pratica più di quanto pensi. Si tratta cioè di fertilizzare con lo sguardo quello che accade nella tua vita quotidiana, nella tua routine, senza andare a cercare chissà quale grande esperienza innovativa. Si tratta di sentire più intensamente questa vita qui, che è già infinita di suo”.
E sì, vorrei tanto essere una filosofa e andare incontro alla nera signora con più coraggio e magari pure con un sorriso e una Corona in mano, ma devo imparare a fiorire ancora. Un passo alla volta.
Magari al prossimo esercizio.
Ma ciao! Sono Annalica Casasanta, classe '83, abito a Francavilla al Mare ma sono originaria di un piccolo paesino immerso nel verde, Quadri, famoso per il suo ottimo tartufo. Strano, ogni volta che mi devo presentare la montagna è la prima cosa che mi viene in mente, forse perchè da lì vengono tutte le storie che amo raccontare, tutti i personaggi che adoro interpretare.
Dopo la maturità classica ho studiato Sociologia con una tesi sul fenomeno del Lobbying nell'Unione Europea, sono sempre stata appassionata di politica ma l'incontro casuale col teatro mi ha fatto deviare dai miei studi, trasformandomi in Annalica Bates. (non vi spoilero il perchè!).
Ho fatto mille lavori, dalla libraia (che ho amato follemente) alla segretaria ma è nel teatro e nell'arte che trovo la mia ragion d'essere. Dopo essermi occupata della comunicazione per il Florian Metateatro di Pescara, da quattro anni collaboro con l'attore e regista Milo Vallone e il suo Cantiere Teatrale, occupandomi di teatro ragazzi.
Da quattro anni inoltre, insieme alla mia collega Nadia Cristina Di Naccio, coordino le attività dell'Università della Libera Età di Francavilla al Mare (progetto ULE).
Oltre al teatro sono una divoratrice seriale di romanzi e adoro scrivere, ho pubblicato anche alcuni racconti partecipando a vari concorsi e ho frequentato la Scuola di scrittura creativa Macondo di Pescara.
Credo molto nella formazione continua e non smetterò mai di studiare per migliorare come attrice e insegnante di teatro ed è per questo che mi sto formando anche come Educatore alla Teatralità.
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