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Le foreste della Terra sono sempre più in pericolo. Nell’ultimo anno la superficie forestale del Pianeta ha continuato a diminuire. L’aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è considerato il maggior responsabile del surriscaldamento globale. Le foreste assorbono circa il 30% del carbonio prodotto dall’essere umano e sono chiamate per questo “Serbatoio di carbonio”, che può aumentare o diminuire le sue capacità. L’uomo, come sempre, è determinante per bilanciare emissioni e assorbimenti di carbonio nelle foreste a seconda di come sceglie di intervenire sull’ecosistema.
L’intensità delle emissioni dipende da molti fattori, ad esempio l’aumento di anidride carbonica atmosferica potrebbe fare da fertilizzante e quindi far crescere più velocemente gli alberi, ma gli alberi più crescono velocemente, più hanno vita breve. Quindi come gestire le foreste?
E’ un dibattito difficile considerando che è difficile prevedere le “conseguenze carboniche” della gestione forestale, e tenendo anche conto dei riferimenti legislativi in merito alla contabilità del carbonio.
In Europa la copertura forestale è di circa 161 milioni di ettari. Le foreste europee forniscono 147 milioni di metri cubi di legno all’anno. Poiché il tasso di prelievo è inferiore all’incremento, le foreste europee sono in crescita.
Molte proposte sottolineano quindi di aumentare ulteriormente la superficie forestale così da incrementare la quantità di carbonio, diminuendo la produzione di legname. Strategie come questa, basate sulla conservazione del buono stato di salute delle foreste porterebbero così benefici, ma puntare sull’aumento del carbonio nelle foreste per mitigare le emissioni di CO2 potrebbe non essere la soluzione per contenere le temperature e quindi il surriscaldamento globale.
Le foreste subiscono stress cronici, processi ecologici di lungo periodo e grandi eventi di disturbo. Tutto ciò ha un forte impatto sul carbonio. C’è il rischio quindi di spendere risorse per un progetto che non riesce realmente ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. E quindi necessario quantificare i pericoli che minacciano l’ecosistema e potenziare le loro capacità di adattamento.
L’approccio climate-smart deve integrare strategie di mitigazione e adattamento, assicurando la produzione del legno ma salvaguardando la biodiversità e la salute dell’ecosistema. Per cui, per far si che le strategie di climate – smart forestry siano efficaci dev’essere trovato un equilibrio.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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