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Sappiamo già quante interazioni ci sono tra la mente e l’intestino, chiamato spesso secondo cervello; collegamenti tra ansia e colon. Ma non sapevamo, almeno finora, del collegamento tra intestino e malattie neurodegenerative e disturbi mentali, come il morbo di Parkinson e l’autismo.
Tutte queste interazioni tra intestino e cervello però sono ancora ipotetiche, per cui alcuni ricercatori del MIT hanno provato a costruire un chip sul quale replicarle. Gli organi sul chip sono in miniatura, composti da una serie di colture cellulari connesse da microcanali per il trasporto dei fluidi. Gli organi messi sui chip sono cervello, fegato e colon.
Già sapevamo che gli acidi grassi a catena corta, delle molecole prodotte nell’intestino, hanno un ruolo nell’accentuare condizioni infiammatorie croniche intestinali, ma allo stesso tempo sono favorevoli per i tessuti e il sistema immunitario.
Gli scienziati hanno pensato di inserire in questo meccanismo anche le cellule cerebrali in modo che gli acidi grassi a catena corta fossero collegati alla flora intestinale e quindi alla velocità di progressione di malattie come il Parkinson. In pratica la flora intestinale influenza sia il tessuto sano sia quello malato.
Le cellule cerebrali sane e non, sono state collegate alle cellule di colon e fegato ed è stata simulata la circolazione di cellule immunitarie e nutrienti. Gli acidi grassi a catena corta hanno aiutato le cellule a maturare, ma in quelle malate non hanno riscontrato benefici, anzi queste sono morte.
Evidentemente le cellule affette da Parkinson collegate all’intestino sono legate a cambiamenti del metabolismo dei grassi e non al meccanismo immunitario. Questi effetti sono rimasti anche rimuovendo dal sistema le cellule immunitarie. Il prossimo passo sarà aggiornare il modello con le micro-copie dei vasi sanguigni, per studiare come la circolazione influisce sugli scambi.
Sono nata mentre la primavera era al culmine della sua esplosione, il 30 maggio del 1994, prima principessa del mio papà. Sin da piccola ho adorato la musica, i libri e la storia. Tutte passioni avute dai geni di mio nonno e di mio padre. Sono sempre stata indipendente, ribelle, artista e sognatrice tanto da percorrere le mie strade con caparbietà e perseveranza. Ho cominciato a scrivere dall’età di 15 anni e ho pubblicato due libri per conto mio qualche anno più tardi. “La cosa più importante” è stato il mio primo romanzo, scritto per mettermi in gioco a un concorso editoriale, “Viaggio attraverso i colori del Sinai”, invece, è un diario dei viaggi che ho fatto in Egitto nel corso degli anni e che hanno influenzato molto la mia crescita spirituale. Viaggiare è ciò che è alla base di tutte le mie passioni, le collega tra loro fino a formare la mia personalità. La scrittura e la lettura, la storia e l’archeologia. Da piccola sognavo di fare l’archeologa e ora studio beni culturali all’università sperando di accontentare un giorno la bimba di 10 anni che vive in me. Il mio sogno è viaggiare il mondo mentre scopro tesori nascosti raccontando tutto questo attraverso la scrittura.
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