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Sarà che siamo fermi da quasi un anno ormai causa pandemia e ai viaggiatori incalliti inizia davvero a mancare quella sensazione di scoperta che solo una città e un paesaggio nuovo possono regalare, sarà che abbiamo voglia di novità, insomma che c’è di male a sognare, pianificando luoghi e storie da scoprire? Anche rimanendo in Italia, di sorprese ce ne sono diverse, ad esempio, avete mai sentito parlare del “paese senza sole”?
Esatto, senza sole, letteralmente. Si tratta del piccolo comune di Viganella, nella Valle Antrona, tra le montagne piemontesi, che per una particolare inclinazione dell’asse terrestre, resta senza luce da novembre a febbraio. E così questo piccolo paesino di circa 200 anime, che dal 2016 si è unito con l’agglomerato di Seppiana trasformandosi in Borgomezzavalle, si ritrova immerso nell’oscurità proprio come accade nei Paesi nordici ma privo della magia dell’aurora boreale.
Questo fino al 2006, in cui un sindaco davvero illuminato, per usare un gioco di parole, in collaborazione con l’ingegnere Emilio Barlocco, docente presso l’Università di Genova e titolare di un particolare brevetto industriale sull’illuminazione delle gallerie autostradali, decide di cambiare le sorti del paese senza sole donandogliene uno artificiale.
Si tratta di un potente specchio in vetro e resina di 8 metri per 5, collocato in una zona a monte, a quasi 500 metri di dislivello dalla piazza, posto su uno stelo metallico ancorato al suolo tramite un basamento in cemento armato, costato 100mila euro e in grado di riflettere la luce solare e illuminare per sei ore al giorno la piazza di Viganella. Durante il periodo di inattività lo specchio viene coperto e mimetizzato.
La comunità scientifica è stata così ammaliata dal progetto di Viganella da assegnare una nomination al World Technology Award per la categoria design all’ex sindaco Midali.
E così il paesino è riuscito ad avere il suo sole personale ma soprattutto è diventato meta turistica per tanti viaggiatori curiosi.
Se capitate da quelle parti, il 2 febbraio di ogni anno, giorno in cui è il sole vero a fare capolino tra le montagne, troverete il paese intento a preparare la festa della luce. Davvero di buon auspicio, specie in questo periodo.
Ma ciao! Sono Annalica Casasanta, classe '83, abito a Francavilla al Mare ma sono originaria di un piccolo paesino immerso nel verde, Quadri, famoso per il suo ottimo tartufo. Strano, ogni volta che mi devo presentare la montagna è la prima cosa che mi viene in mente, forse perchè da lì vengono tutte le storie che amo raccontare, tutti i personaggi che adoro interpretare.
Dopo la maturità classica ho studiato Sociologia con una tesi sul fenomeno del Lobbying nell'Unione Europea, sono sempre stata appassionata di politica ma l'incontro casuale col teatro mi ha fatto deviare dai miei studi, trasformandomi in Annalica Bates. (non vi spoilero il perchè!).
Ho fatto mille lavori, dalla libraia (che ho amato follemente) alla segretaria ma è nel teatro e nell'arte che trovo la mia ragion d'essere. Dopo essermi occupata della comunicazione per il Florian Metateatro di Pescara, da quattro anni collaboro con l'attore e regista Milo Vallone e il suo Cantiere Teatrale, occupandomi di teatro ragazzi.
Da quattro anni inoltre, insieme alla mia collega Nadia Cristina Di Naccio, coordino le attività dell'Università della Libera Età di Francavilla al Mare (progetto ULE).
Oltre al teatro sono una divoratrice seriale di romanzi e adoro scrivere, ho pubblicato anche alcuni racconti partecipando a vari concorsi e ho frequentato la Scuola di scrittura creativa Macondo di Pescara.
Credo molto nella formazione continua e non smetterò mai di studiare per migliorare come attrice e insegnante di teatro ed è per questo che mi sto formando anche come Educatore alla Teatralità.
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